Strategie per salvare la coppia quando uno dei partner è depresso

La depressione non è solo tristezza: spesso è anche rabbia, che spinge la persona depressa ad allontanare persino chi vorrebbe restarle accanto. La profonda alterazione dell’umore che i pazienti sperimentano è infatti legata a un senso di svalutazione di sé stessi e a una grave perdita di autostima, che si traduce spesso in pesanti autoaccuse: ci si convince di non valere niente e di non meritare altro che infelicità. Ma questa rabbia, che il depresso rivolge verso la propria persona, può arrivare a includere anche gli altri e in generale la vita intera, percepita come inutile e priva di valore.

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Depressione e rabbia

La depressione spesso insorge in seguito a ripetute esperienze di sconfitta e umiliazione, prima di tutto nel campo familiare ed affettivo ma anche in ambito sociale, scolastico e lavorativo. Ne consegue un vissuto di profonda amarezza che spinge il depresso a considerarsi una persona inutile e sbagliata; ma questo genera quasi invariabilmente anche rabbia, che anche se non viene espressa apertamente crea comunque una difficoltà nelle relazioni. Oltretutto la rabbia inespressa non riesce nemmeno a motivare la persona a raggiungere i suoi obiettivi, ma anzi la rende ancora più scontenta di sé, in un circolo vizioso che sembra non potersi interrompere; emergono allora sensi di colpa e autorimproveri che intaccano sempre più profondamente l’autostima.

Talvolta l’aggressività viene espressa in forma passiva, sotto forma di vittimismo associato a risentimento e invidia. Tutto questo non fa altro che allontanare ancora di più le altre persone, rinforzando la percezione negativa di sé della persona depressa.

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Le origini della depressione

Poiché spesso all’origine della depressione vi è un conflitto tra il bisogno di autoaffermazione e la dipendenza dall’approvazione di altre persone (genitori o partner per esempio), che magari ci hanno imposto di rinunciare alle nostre ambizioni, occorrerebbe riconoscere i propri desideri e cercare di realizzarli, seguendo almeno in parte le proprie inclinazioni: la rinuncia infatti apparentemente spegne il conflitto, ma nel tempo questo può riaffacciarsi sotto forma di malcontento e di sintomi depressivi che minano le relazioni.

Come comportarsi con chi è depresso

Chi sta accanto a una persona depressa dovrebbe riuscire a guardare oltre il suo comportamento manifesto, spesso esasperante, e riconoscere i suoi bisogni insoddisfatti: questo può aiutare tutti i membri della famiglia o della coppia a non sentirsi trascurati o rifiutati. Il partner del paziente depresso può infatti vivere il distacco emotivo di quest’ultimo come un segno di mancanza d’amore, mentre in realtà si tratta di un sintomo depressivo; allo stesso modo vanno interpretati la diminuzione dei contatti fisici e del desiderio sessuale, l’isolamento, il rifiuto di attività condivise, il rifugiarsi nel bere o nel consumo di sostanze o nell’uso continuo di dispositivi elettronici.

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Il circolo vizioso nella coppia

Vivere con una persona depressa può mettere in moto una serie di emozioni negative e faticose: ci si può sentite trascurati e abbandonati o, viceversa, sentirsi in colpa per non riuscire a “salvarla”. Si potrebbe creare così un circolo vizioso in cui le insicurezze di ciascuno dei due partner sono amplificate dalle reazioni dell’altro. Bisognerebbe sforzarsi di non cadere nella trappola del giudizio negativo su sé stessi o sul partner e mantenersi comprensivi, ma nello stesso tempo non sollevando l’altro dalle proprie responsabilità: una strategia utile è parlare apertamente e chiedere al partner se ha bisogno di supporto, ad esempio per essere incoraggiato a riprendere le proprie attività quotidiane, per uscire dall’isolamento o anche, quando necessario, per contattare un professionista e cominciare una terapia.

Francesco Cro, Psichiatra, Dipartimento di Salute Mentale, Viterbo

Salute Amore – l’archivio

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