Terapie avanzate: dove siamo oggi e cosa ci aspetta in futuro
Quanto tempo ci vuole perché una terapia avanzata passi dalle sperimentazioni cliniche al letto del paziente? Quanto è efficace rispetto agli standard di cura? Quanto potrebbe costare davvero, al sistema sanitario e alla società? Sono tutte domande che è doveroso porsi quando si parla di terapie avanzate. Perché, come ripetono da tempo gli addetti ai lavori, sempre di più ne arriveranno nei prossimi anni.
Qualche risposta alle tante domande arriva oggi dal settimo report italiano sugli ATMP (Advanced Therapy Medicinal Product, Prodotti Medicinali di Terapie Avanzate), realizzato da ATMP Forum e presentato ieri a Roma.
Staminali: quali terapie sono disponibili in Italia?
Venti terapie avanzate in Europa
Il primo dato che emerge dal rapporto è la conferma che quello delle terapie avanzate – prodotti di terapia genica, così come di ingegneria tissutale o terapie cellulari – è un mercato in pieno sviluppo. Sono a oggi 27 gli ATMP approvati da EMA, ma sette sono stati ritirati dal mercato, spesso per problemi a livello delle aziende produttrici, piccole aziende che faticano a rientrare nei costi sostenuti nella produzione delle terapie, come ha ricordato Claudio Jommi dell’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, tra gli autori del report. A oggi infatti, ha ricordato l’esperto, il mercato delle terapie avanzate è ancora dominato da prodotti riservati a pazienti rari, un fattore che rende difficile a volte per le imprese compensare gli elevati costi di sviluppo (malgrado i costi elevatissimi con cui sono arrivate sul mercato diverse terapie avanzate).
Delle venti terapie oggi presenti in commercio, dodici sono quelle rimborsate in Italia (erano otto lo scorso anno). Si tratta di terapie geniche utilizzate contro i tumori (come le Car-T, che costituiscono ancora grossa parte del mercato), patologie oculari (come la distrofia retinica ereditaria) e malattie neurodegenerative (atrofia muscolare spinale), e un prodotto di ingegneria tissutale (indicato in caso di ustioni oculari). Rispetto allo scenario europeo, ha proseguito Jommi, l’Italia ha una quota di terapie rimborsabili paragonabile a quella di Francia e Regno Unito.
Accesso alle terapie avanzate
Sviluppare una terapia avanzata richiede tempo, non solo per gli aspetti relativi a ricerca e sviluppo – pari a circa dieci anni – ma anche per quel che riguarda le procedure di approvazione, l’accesso e distribuzione presso centri accreditati. Ci vogliono infatti in media circa tre anni perché una terapia completi l’iter regolatorio tra Agenzia europea dei medicinali e Agenzia italiana del Farmaco, come ha ricordato proprio per l’Aifa Pia Rivetti di Val Cervo, del Settore HTA ed Economia del Farmaco. L’esperta ha anche fatto il punto sull’attuale situazione per quel che riguarda l’erogazione delle terapie da parte delle strutture accreditate: delle 107 abilitate, meno del 60% è attivo (ovvero ha effettivamente erogato i trattamenti). Di questi due terzi circa si concentrano al centro-nord, un dato che, come ha sottolineato Annalisa Scopinaro, Presidente UNIAMO, rischia di: “Creare disparità di accesso a trattamenti che hanno un alto valore clinico e di incidere in maniera significativa sulle famiglie, sia in termini economici che di impatto sulla vita, a causa dei disagi degli spostamenti”.
Terapie avanzate, come garantire accesso e sostenibilità?
L’analisi di costo-efficacia e le proiezioni di spesa
Uno degli aspetti affrontati dal rapporto sugli ATMP riguarda le analisi di costo-efficacia e le proiezioni di spesa. Il discorso dei costi quando si parla di terapie avanzate è infatti uno dei temi più caldi, dal momento che parliamo di terapie che, ricorda il report, possono arrivare a costare anche 3,5 milioni di euro per singolo trattamento (molto spesso però si tratta di terapie one-shot).
“Questi costi sono importanti senza dubbio nel breve periodo, ma dobbiamo chiederci anche se in futuro i costi evitati a causa della terapia consentiranno di compensarli”, ha spiegato Jommi. Per capirlo gli esperti hanno analizzato le evidenze di costo-efficacia provenienti dalla letteratura e da analisi compiute da agenzie del farmaco o soggetti impiegati a vario titolo in valutazioni di costo efficacia, come ICER (Institute for Clinical and Economic Review).
I trattamenti di terapia avanzata sono stati confrontati con gli standard di cura, quando presenti, o con le terapie di supporto. I risultati delle analisi condotte nel campo mostrano che le terapie avanzate sono mediamente più efficaci e più costose. Ma, come ha sottolineato Jommi, quando si adotta una prospettiva sociale – che consideri dunque l’aspettativa di vita del paziente e la sua produttività, e non solo quella sanitaria – l’effetto compensativo dei costi è più rilevante. Così come quando le terapie avanzate vanno a colmare un bisogno insoddisfatto, ovvero sono indirizzate a condizioni senza alternative o con alternative poco efficaci. Prospettiva sociale e un lungo orizzonte temporale “sono quindi le condizioni affinché le valutazioni economiche generino un’informazione completa per scelte che vadano verso l’efficiente allocazione delle risorse”, si legge nel report. Anche se si tratta di una prospettiva di difficile adozione da parte dei decisori, che considerano generalmente orizzonti più nel breve termine, ha commentato Jommi.
Previsioni di spesa da qui al 2029
Parlare dei costi e della sostenibilità delle terapie avanzate è cruciale alla luce delle nuove terapie che potrebbero arrivare in futuro. “La pipeline di ATMP è più numerosa: sono state identificate 46 diverse terapie avanzate potenzialmente in grado di raggiungere il mercato italiano tra il 2025 e il 2029”, ha ricordato Fulvio Luccini di Pharmalex Italy e membro del Comitato Direttivo ATMP Forum. A oggi, ha continuato l’esperto, le terapie avanzate non costituiscono un reale problema per la spesa sanitaria – per il 2023 è stato del 4,6 per mille l’impatto sulla spesa totale del Ssn – ma non è chiaro come potrebbe evolversi in futuro. Pur con tutte le incertezze del caso, qualche stima è possibile farla, e secondo quanto calcolato da Luccini per diversi scenari potremmo passare dai 121 milioni spesi oggi, a toccare quasi un miliardo di euro nel 2029. Misure straordinarie e programmazione saranno importanti per far fronte a questi aumenti di spesa, hanno concluso gli esperti.
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