Trapianti, 2024 anno record per la donazione di organi: Italia tra i primi in Europa
L’Italia si conferma tra le eccellenze europee e mondiali nel campo della donazione e del trapianto di organi, tessuti e cellule: a certificarlo è l’ultima edizione della ‘Newsletter Transplant’, il rapporto annuale edito dal Consiglio d’Europa, che mette in fila le cifre dell’attività di donazione e trapianto a livello internazionale. In concomitanza con l’annuncio dei dati europei il Centro nazionale trapianti (Cnt) ha pubblicato anche il proprio Report analitico annuale, che evidenzia numeri record per il 2024, con oltre 350 pagine di cifre, analisi e grafici che fanno il punto sull’intera attività della rete di donazione e trapianto del Servizio sanitario nazionale (organi, tessuti, cellule staminali emopoietiche, gameti, microbiota fecale), ma anche su liste di attesa, attività ispettiva, monitoraggio delle reazioni e degli eventi avversi e controllo di qualità dei laboratori di immunologia dei trapianti.
Il rapporto europeo: Italia seconda in Europa per donazioni
Il rapporto europeo, relativo allo scorso anno, certifica che l’Italia è seconda tra i grandi Paesi europei per tasso di donazione: 29,5 donatori utilizzati per ogni milione di abitanti, dietro i 48 della Spagna, ma davanti a Francia (28,3), Regno Unito (19,2) e Germania (10,9). Se allarghiamo lo sguardo a tutto il continente includendo anche i Paesi più piccoli per abitanti e per attività di trapianto, davanti all’Italia – oltre alla Spagna – ci sono solo Portogallo (33,5 donatori per milione di abitanti), Repubblica Ceca (32), Belgio (31,7) e Croazia (29,8). Il nostro Paese regge bene il confronto anche per quanto riguarda l’attività di trapianto: è secondo a livello mondiale per quelli di fegato (28,8 trapianti per milione di abitanti), superato soltanto dagli Stati Uniti (31,8), e settimo per quanto riguarda il cuore (7 trapianti per milione).
Primo trapianto al mondo di arteria polmonare, al Sant’Andrea di Roma
I dati del Cnt: 2024 anno record
Il report del Cnt , che approfondisce nel dettaglio i dati italiani preliminari pubblicati nel gennaio scorso, conferma l’anno record: 3.165 donatori segnalati nelle rianimazioni (+2,3% sul 2023), 1.730 donatori effettivamente utilizzati (+3,6%), con un’età media di 62,6 anni. Tra i 221 ospedali nei quali sono state effettuate le donazioni, i più attivi sono stati quello di Padova (53), il Civile Maggiore di Verona (47) e il Bellaria di Bologna. Nel report viene dato ampio spazio all’attività di donazione a cuore fermo, cresciuta in 1 anno del 34,6%: nel 2024 i prelievi di questo tipo sono stati 284, il 16,4% del totale delle donazioni di organi. La donazione a cuore fermo in Italia segna l’incremento più importante tra i grandi Paesi europei (unica eccezione la Spagna), in un contesto nel quale la legge, a maggiore tutela dei donatori, fissa a 20 minuti il tempo di osservazione necessario per dichiarare il decesso con criteri cardiaci (all’estero sono mediamente 5-10 minuti). Solo qualche anno fa il prelievo del cuore a partire da questa tipologia di donazione era considerato un fatto pionieristico: il report del 2024 testimonia il consolidamento di questa pratica, con risultati sovrapponibili ai trapianti eseguiti da donatore in morte cerebrale.
A Torino il centro con più trapianti
Sono stati 4.642 i trapianti realizzati in totale (+3,9%), di cui 179 in urgenza nazionale (75 di fegato, 86 di cuore, 14 di polmone, 4 di rene) e anche 191 pediatrici (79 di fegato, 76 di rene, 32 di cuore, 4 di polmone). L’azienda ospedaliera che ne ha effettuati di più è stata Città della Salute e della Scienza di Torino (440), davanti all’ospedale di Padova (413) e all’Ismett di Palermo (276). Torino è stato anche il centro trapianti con il più alto numero di trapianti di fegato effettuati (179), mentre Padova prima in Italia per trapianti di rene (217) e polmone (41). Primato confermato per il Policlinico di Bari per quanto riguarda i trapianti di cuore (73), invece per il pancreas il primo centro italiano è quello del San Raffaele di Milano (14).
La lista d’attesa
In lista per un trapianto, a fine 2024, c’erano ancora 8.024 pazienti, con tempi medi d’attesa di 3 anni per un trapianto di rene, 1 anno e 7 mesi per il fegato, 3 anni e 4 mesi per il cuore e 2 anni e 5 mesi per il polmone. Tempi che si riducono drasticamente per i pazienti in urgenza nazionale: in questo caso, l’attesa media è di 2 giorni per il fegato, 5-6 giorni per rene e polmone, 10-11 giorni per il cuore.
“I numeri del report europeo e quelli pubblicati dal Centro nazionale trapianti testimoniano l’impegno costante della Rete nazionale e il valore di una collaborazione che coinvolge istituzioni, professionisti sanitari, volontari e cittadini”, commenta il direttore generale del Cnt, Giuseppe Feltrin. “Tra gli elementi qualificanti del nostro sistema – sottolinea – c’è certamente la capacità di ampliare il pool dei donatori, sia grazie a un lavoro estremamente efficace della task force nazionale di valutazione del rischio, che supporta i professionisti nelle rianimazioni, sia grazie alla crescita sempre più decisa della donazione a cuore fermo”. Per Feltrin, in conclusione “i numeri del 2024, ma anche i dati preliminari del 2025, confermano la forza di un sistema che cresce nella complessità e nella capacità di risposta. Con una rete sempre più capillare, protocolli scientifici aggiornati e una costante attenzione ai bisogni dei pazienti, l’Italia rafforza la propria posizione tra i Paesi leader nel campo della donazione e del trapianto, rinnovando l’impegno di trasformare ogni donazione in una concreta possibilità di vita”.
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