Un’antenna sulla fronte et voilà: si recupera l’olfatto perduto

Uno degli effetti più noti del Covid è la perdita – seppure temporanea – dell’olfatto. Ma la compromissione graduale della sensibilità agli odori è un’esperienza che tanti condividono, in particolare chi si trova in età avanzata e nota che i profumi si affievoliscono e il gusto dei cibi diventa piatto: una condizione che può portare perdita di appetito e depressione e che oggi viene trattata – ma non curata – con un riallenamento olfattivo basato sull’inalazione di composti aromatici.

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Un gruppo di ricercatori coreani propone una soluzione che sa di fantascienza: restituire il senso dell’olfatto non tramite oli aromatici o terapie chimiche, ma con onde radio trasmesse da un’antenna puntata sulla fronte. L’idea è stimolare i neuroni dell’epitelio olfattivo, che si trovano in un’area del cervello difficile da raggiungere con gli attuali sistemi di stimolazione basati su elettrodi, perché il cranio agisce come una barriera che indebolisce le correnti elettriche. Di qui la scelta di utilizzare radiofrequenze, che una volta assorbite dai tessuti biologici inducono le molecole a vibrare.

Nello studio pubblicato su APL Bioengineering, i ricercatori coreani hanno applicato una stimolazione del nervo olfattivo, tramite una piccola antenna, con una potenza compresa tra 10 e 20 Watt. I risultati sono sorprendenti: una sessione di soli cinque minuti ha portato i partecipanti a passare da un punteggio medio di 9,73 a 15,88 nei test sull’olfatto, con un miglioramento che si è mantenuto fino a sette giorni dopo.

Ne parliamo con Yongwoo Jang, docente di Farmacologia alla Hanyang University di Seoul e coautore dello studio.

Perché le radiofrequenze possono migliorare la sensibilità olfattiva?

“La radiofrequenza (RF) è una forma di onda elettromagnetica in grado di penetrare nei tessuti biologici senza contatto diretto. Nel nostro esperimento abbiamo osservato che un campo RF focalizzato nella regione vicina al nervo olfattivo è in grado di potenziare la sensibilità olfattiva dei partecipanti. Sebbene l’energia RF non sia percepita consapevolmente, essa può modulare l’eccitabilità neuronale. Crediamo che la stimolazione favorisca l’attivazione delle vie olfattive, amplificando così la capacità di percepire gli odori”.

La maggior parte delle terapie attuali per la perdita dell’olfatto si basano sull’allenamento olfattivo con oli essenziali. Quali vantaggi offre il vostro approccio?

“L’allenamento olfattivo tradizionale si fonda su sostanze chimiche e richiede un’esposizione prolungata, per settimane o mesi, a odori specifici al fine di favorire il recupero. Inoltre, in alcuni pazienti può provocare fastidi o reazioni allergiche.Il nostro metodo è invece bioelettronico: non dipende da sostanze esterne, ma fornisce uno stimolo mirato di neuromodulazione direttamente al nervo olfattivo. Questo approccio non invasivo promette miglioramenti più rapidi e potrebbe rivelarsi particolarmente utile per i pazienti che traggono benefici limitati dall’allenamento convenzionale”.

Uno dei risultati più sorprendenti è che una sola sessione con le radiofrequenze produrrebbe un aumento nella sensibilità olfattiva che può durare fino a una settimana. Come si spiega questa persistenza?

“Una singola stimolazione di cinque minuti a 15 W e 2,45 GHz ha prodotto un miglioramento olfattivo misurabile che è durato circa una settimana. La nostra ipotesi è che la stimolazione RF non solo aumenti temporaneamente l’eccitabilità neuronale, ma possa anche indurre cambiamenti neuroplastici a breve termine all’interno dei circuiti olfattivi, e ciò può spiegare la persistenza dell’effetto oltre il periodo di stimolazione. Attualmente stiamo conducendo studi di follow-up per verificare se sessioni ripetute possano ulteriormente estendere o consolidare questi miglioramenti”.

Quali sono le principali applicazioni cliniche (e non cliniche) del vostro approccio?

“Dal punto di vista clinico, questo approccio potrebbe fornire una nuova opzione terapeutica per i pazienti con disfunzioni olfattive, compresi quelli affetti da perdita dell’olfatto post-virale o dal declino legato all’età. A differenza della chirurgia o delle terapie chimiche, la stimolazione RF offre un trattamento non invasivo, ripetibile e basato su dispositivi portatili. Al di là delle applicazioni cliniche, questa tecnologia potrebbe anche avere rilevanza in settori quali la ricerca sui sapori e sulle fragranze, il controllo della qualità di alimenti e bevande e, potenzialmente, anche l’ampliamento delle esperienze sensoriali”.

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