Virus West Nile, 10 casi nel 2025 in Italia. I sintomi e come si cura
In un anno sono dieci i casi confermati di infezione da West Nile virus nell’uomo in Italia. Dall’inizio del 2025, secondo i dati del sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal ministero della Salute con il supporto dell’Istituto superiore di sanità, sette dei dieci casi sono stati segnalati nel Lazio, tutti nella provincia di Latina. Tra questi c’è stato un decesso. A perdere la vita una donna di ottantadue anni, residente a Nerola, ricoverata il 14 luglio presso l’ospedale San Giovanni di Dio di Fondi, in provincia di Latina, per febbre e stato confusionale.
I dati
Secondo i dati diffusi dall’ISS, tra i sette casi del Lazio si contano sei forme neuro-invasive e un solo con sintomi febbrili. Quattro pazienti sono di sesso maschile, tre di sesso femminile, con un’età mediana di 72 anni, fra i 63 e gli 86. Un uomo di sessantatré anni e uno di settantadue, sono attualmente in condizioni critiche per la presenza di patologie concomitanti e sintomi neurologici. Entrambi sono ricoverati presso l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Gli altri quattro risultano in miglioramento clinico. I casi non risultano epidemiologicamente collegati tra loro, ma hanno in comune l’area geografica.
Oltre all’uomo, è segnalata anche la morte di un cavallo nella stessa provincia, compatibile con infezione da West Nile. Il ministero della Salute, attraverso una nota della capo Dipartimento Prevenzione Maria Rosaria Campitiello, ha confermato che “l’andamento epidemiologico è in linea con gli altri anni”. Nel 2024 erano stati 460 i casi totali, con 272 forme neuro-invasive e 20 decessi.
West Nile, trasmissione e sintomi: come possiamo difenderci
Cos’è l’infezione da West Nile virus
Quindi non è il caso di parlare di allarme ma è una situazione che merita attenzione. Di che cosa parliamo esattamente? È un’infezione causata dal virus del Nilo occidentale. È abbastanza conosciuto anche in Italia dove i primi casi risalgono al 1998, ma sono stati riscontrati inizialmente solo nei cavalli. I primi individuati nell’uomo risalgono al 2008. Da quel momento è stato applicato un piano specifico nazionale di sorveglianza e controllo, che garantisce una sorveglianza nella zanzara, quindi nel vettore. Va ricordato che l’infezione da West Nile virus non si trasmette da uomo a uomo e gli esseri umani non possono trasmettere il virus alla zanzara.
I sintomi
Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.
Nella gran parte dei casi quest’infezione è asintomatica. Altre volte dà una sindrome simil influenzale, come febbre e dolori ma senza provocare problemi significativi. Per questo motivo il numero delle persone colpite deve essere considerato molto sottostimato. Andrebbero fatti più esami per la ricerca del virus quando ci sono pazienti sospetti se vogliamo conoscere la reale portata della circolazione. I casi gravi sono il 5-10%, ma appunto si tratta di una stima.
La prevenzione e le terapie
Per evitare la ‘puntura’, l’unico modo di fare prevenzione è usare repellenti, zanzariere, abiti adatti. Ci sono però delle zone in Italia, dove le zanzare sono numerose ed è molto difficile evitare del tutto di essere punti.
Per chi si ammala, non esiste una terapia specifica, come per tante altre infezioni. Ma anche il paziente con l’encefalite se viene monitorato e assistito con terapie per i sintomi, può essere guarito. Bisogna però fare la diagnosi presto. Per questo è importante monitorare le persone più fragili.
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