A Venezia il doc “Art. 1”. I genitori di Lorenzo, morto a 18 anni: “Il cambiamento parta da noi”

Venezia – Nei primi sei mesi del 2025 in Italia ci sono state 502 vittime sul lavoro, 33 in più rispetto allo stesso periodo del 2024, quando erano state 469 (+7%). Sono cifre sconfortanti e drammatiche che però si limitano ad essere cifre. Il docufilm Articolo 1, ispirato alla rubrica su la Repubblica Morire di lavoro, che il nostro collega Marco Patucchi per anni ha dedicato alle morti e agli incidenti sul luogo di professione, e firmato da Luca Bianchini è il tentativo di restituire le storie e le voci alle vittime degli incidenti sul lavoro e alle loro famiglie. Il film, prodotto da Alveare Cinema-Rai Documentari, è presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia.

“Articolo 1”, le morti sul lavoro e il dramma della democrazia in un documentario

“Mi auguro che questa presentazione sia importante e utile – dice il regista Bianchini – che non sia solo qualcosa di facciata per dire facciamo qualcosa sul tema delle morti sul lavoro. È un film che non vuole fare accuse, ma come è successo a me ti pone delle domande e restituire le storie e le voci delle persone, due che non ci sono più e di Raffaella (ex camionista tetraplegica per colpa di un infortunio dopo sole tre ore di sonno, ndr)”. Nel film Raffaella è l’unica a poter raccontare la sua storia e nel racconto di Raffaella il mondo del lavoro, che si è trasformato in mercato del lavoro “con un ritmo sempre più veloce”, è tratteggiato con grandissima lucidità, la ex camionista arriva poi a fare quasi una sorta di esame di coscienza. “Questa cosa ricorrente che usciva fuori, non solo da Raffaella, è l’idea ‘probabilmente è anche colpa nostra’ è il frutto di una mentalità che non sottrae le responsabilità, anzi le ampi. Parlando anche con chi fa corsi di formazione sui rischi del lavoro ti dicono proprio questo: che questa mentalità come quello che dice Raffaella è molto radicata, perché fa parte di una cultura che si è instaurata nei lavoratori, ma una cultura che viene da chi? É un principio di schiavismo: Vuoi lavorare? E allora devi accettare queste condizioni. Sempre parlando con i responsabili della sicurezza ci dicevano che certe norme sono campate in aria perché sono inapplicabili”.

“È un film che documenta le nostre omissioni cioè quello che non siamo riusciti a fare soprattutto che non facciamo nei confronti di chi resta, dopo una morte sul lavoro – commenta il magistrato Bruno Giordano – Ci mette davanti a un senso di colpa e a una consapevolezza di quello che non riusciamo a fare in un paese che si dice democratico perché l’articolo 1 della Costituzione lo fonda sul lavoro. Ma non sul lavoro sfruttato, sul lavoro mortale, sul lavoro che uccide, ma sul lavoro che genera diritto e genera libertà. E noi non saremo mai come democrazia completa finché non capire le nostre omissioni e le nostre responsabilità. Mi riferisco ovviamente al potere dello stato, all’impresa, alle istituzioni, ma mi riferisco anche alla comunicazione cioè ai media e anche alle ai racconti che non vengono fatti perché questo film è il racconto e descrive la vita di persone di cui tutti si dimenticano, cioè di chi rimane e di come rimane dopo la morte o un infortunio grave”.

Anche se il film non racconta la storia di Lorenzo, morto a 18 anni nell’ultimo giorno del tirocinio per l’alternanza scuola-lavoro, i suoi genitori – Maria Elena Dentesano, e Dino Parelli – sono alla Mostra del cinema di Venezia per sostenere il film. “Lorenzo è morto l’ultimo giorno di alternanza scuola lavoro frequentava una quarta duale, quindi il suo percorso questo tipo di esperienza è successo al gennaio 2022 la vicenda di Lorenzo ha scosso tantissimo tutta l’Italia – dice la madre di Lorenzo – Dopo il primo periodo di paura e di smarrimento ci siamo interrogati a lungo su quale poteva essere anche il nostro modo di poter continuare ad essere genitori ed è vero che abbiamo chiesto alle istituzioni e a tutte le parti coinvolte di metterci intorno a un tavolo e di ragionare insieme su quello che era successo anche proprio sulla base dei fatti di Lorenzo che li conosciamo. Questo ha portato alla nascita della carta di Lorenzo un anno dopo gennaio 2023, il Presidente Mattarella è venuto a Udine ad aprile il 2022, quindi dall’incontro con le istituzioni abbiamo creato questa carta che chiaramente è un manifesto di valori e di intenti, però vediamo che a distanza di qualche anno comunque qualcosa è stato fatto. L’anno scorso la firmata Confindustria quindi ci attendiamo che magari le aziende declinino certi comportamenti. La responsabilità è dello stato ma la cultura della sicurezza sul lavoro deve nascere da noi”.

I genitori di Lorenzo Parelli: “Era felice di andare in fabbrica. Ora basta dare la colpa all’alternanza”

“La giornata di oggi è una di quelle giornate in cui ci sprona ad andare avanti grazie alle persone che hanno voluto questo docufilm in una location importante come quella della Mostra di Venezia. C’è gente che ci lavora, che crede in queste battaglie e pertanto aiuta anche noi nello spirito nel combattere della madre. Io voglio rimanere coi piedi per terra – ha detto il padre di Lorenzo – Viviamo in una nazione dove non è una giungla il mondo del lavoro, dove esistono delle regole e magari non sono tutte contestualizzate nella precisione però ci sono. C’è una certa tutela per chi lavora. Purtroppo in alcuni casi le regole non vengono rispettate, è lì che lo Stato si deve far sentire. Noi ci poniamo da un’altra parte, vogliamo aiutare quelle persone invece che mettono piede in questi ambienti di lavoro e vogliamo far loro capire che l’anticorpo più forte per eliminare questa piaga siamo noi stessi con gli atteggiamenti. Poi devo dire che la carta preso un suo volano. Noi veniamo a sapere a posteriori di incontri nelle scuole, in alcune aziende, dove parlano e presentano la carta. Adesso ci sono i famosi bilanci di sostenibilità dove trattano anche questi argomenti e molte aziende all’interno di questi bilanci portano anche la sottoscrizione della carta di Lorenzo. Cioè, al di là di quello che noi possiamo fare direttamente, c’è questo movimento indiretto che la carta ha… un suo motore, un suo volano e va avanti. Questo è importante”. Il film andrà in onda nella seconda metà di settembre su Rai3.

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