Asia Argento compie 50 anni: “Hanno cercato di distruggermi ma sono ancora qui”

Asia Argento è nata a Roma il 20 settembre 1975. Cinquant’anni di vita, di arte, di cinema. Figlia del maestro dell’orrore e dell’attrice fiorentina Daria Nicolodi, era già sul set a sei anni.

Asia Argento: “Ho sofferto e lottato troppo nella vita, oggi voglio solo pace, amore e risate”

Oggi, che compie 50 anni, è una donna consapevole che, come dice in un’intervista recente a Repubblica, ha “sofferto e lottato troppo nella vita, oggi voglio solo pace, amore e risate”. Un compleanno festeggiato in privato con gli auguri social dell’ex compagno Michele Civetta (con cui ha avuto il figlio Nicola, la figlia è Anna Lou Castoldi), che le augura “Benedizione, prosperità, caos creativo, famiglia e felicità per il prossimo decennio. Continua a ispirare, a essere ispirata. Ti voglio bene all’infinito, Mamma Roma!”, il sostegno alla Flotilla che sta veleggiando verso Gaza e il ricordo del suo grande amore Anthony Bourdain.

Solo due giorni fa al grande chef, morto suicida nel 2018, ha dedicato un post che ha l’obiettivo di aiutare altre persone che sono sopravvissute al suicidio di un familiare, di una persona che amavano: “Voglio dirlo una volta per tutte, chiaramente: Anthony si è tolto la vita l’8 giugno 2018. Lo amavo. Da quel giorno convivo con il dolore, lo shock e l’estenuante e devastante ciclo del “e se…”. Chiunque abbia perso qualcuno a causa del suicidio sa quanto naturale e inevitabile possa essere l’auto-colpevolizzazione: le domande, i “se solo”, il desiderio irrefrenabile di tornare indietro e sistemare qualcosa che non si può sistemare. Le ricerche dimostrano che i sopravvissuti al suicidio provano comunemente un intenso senso di colpa, auto-colpevolizzazione, vergogna e un lutto complesso. Queste reazioni sono dolorose e reali, e non significano che tu abbia causato la morte. […] A volte le persone cercano di dare un senso all’impensabile attribuendo la colpa. Altre persone – sconosciuti su internet – hanno scelto di riversare quella colpa su di me. Essere accusato, insultato e sentirsi dire che l’ho “ucciso” mi costringe a pormi la stessa domanda impossibile con cui convivo ogni giorno. È crudele attaccare qualcuno che sta ancora imparando a sopravvivere alle conseguenze di una perdita”.

Ottanta film da attrice, diretta da registi che spaziano dal padre Dario a Nanni Moretti (era la figlia di Palombella rossa), da Carlo Verdone all’amico Giovanni Veronesi, e poi Abel Ferrara, Sofia Coppola (era Madame Du Barry in Marie Antoinette). Nel 2000 ha esordito alla regia con Scarlet Diva, il suo ultimo film – di impianto altamente autobiografico – è stato presentato al festival di Cannes nel 2014, Incompresa. Dopo la denuncia delle violenze di Harvey Weinstein, che ha contribuito a far esplodere il movimento Metoo, la contro denuncia nei suoi confronti di aver avuto una relazione con il diciassette protagonista del suo vecchio film Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, Jimmy Bennett. Soltanto qualche mese fa Asia ha deciso di tornare sui social per spiegare come sono andate le cose dal suo punto di vista: “Sia chiaro: quello che è successo è stato consensuale, secondo gli standard legali del mio Paese. Ma è avvenuto in un luogo con leggi molto diverse, cosa che io, da non americana, non ho compreso appieno all’epoca. Il tempismo è stato devastante. Avevo appena parlato pubblicamente contro un uomo potente. E improvvisamente, la mia storia non mi apparteneva più. Ho perso il lavoro (venne cancellata la sua partecipazione come giudice a X Factor, ndr). Ho perso amicizie. Ho perso il mio nome. E poi è arrivato il silenzio. Il tipo di silenzio che non deriva solo dal dolore, ma dalla cancellazione. Altri hanno parlato per me, hanno rimodellato i fatti e mi hanno dipinto come un cattivo, senza mai ascoltarmi. Mi hanno insultato con nomi che non posso ripetere. Non per quello che ho fatto, ma perché ho osato parlare. Perché non corrispondevo all’immagine della “vittima perfetta”. Non c’è stato nessun processo. Ma sono stata condannata comunque. Non si tratta di redenzione. Si tratta di riprendermi la voce che mi è stata rubata. Hanno cercato di distruggermi. Ma sono ancora qui. E questa volta, sto raccontando la mia storia”.

Asia Argento ai Nastri d’argento Grandi Serie: “Il personaggio de “La storia” dal romanzo di Elsa Morante è il più felice della mia età matura”.

Nella sua carriera ha vinto due David di Donatello (nel ‘94 con Perdiamoci di vista e nel ‘97 con Compagna di viaggio), nel 2014 ha vinto il Nastro europeo per la regia di Incompresa e nel 2024 era nel cast della serie La storia di Francesca Archibugi, premiato con il Nastro Grandi Serie. Del ruolo della prostituta Santina tratta dal romanzo di Elsa Morante, l’attrice ha detto: “È stato magnifico interpretare questa donna, mi ha fatto sentire parte di una cosa grande. Ci riguarda tutti questa storia; mia nonna era ebrea e mio nonno partigiano. Sono storie tabù nella mia famiglia: troppo dolore, troppi traumi, vergogna e paura”.

‘La Storia’, Asia Argento è la prostituta Santina: “Mia nonna ebrea, mio nonno partigiano ma erano storie tabù, troppo dolore”

Negli ultimi tempi come attrice, almeno in Italia, ha privilegiato la commedia. I suoi ultimi lavori sono stati il film comico Fatti vedere con Matilde Gioli in cui era l’amica di una psicologa (Gioli) che dopo essere stata lasciata dal fidanzato si travestiva da terapista anziana per capire le ragioni del perché lui l’ha lasciata e la serie Gigolò per caso in cui era lei una psicologa che ha una relazione con il personaggio interpretato da Ambra. All’inizio dell’anno scorso tra i propositi che si era data Asia c’era il rispetto per sé. “Da un po’ ho iniziato un percorso di solitudine ma stare bene con se stessi è importante – aveva detto a Repubblica – Mi regalo un donarmi agli altri che non sia quello che gli altri si aspettano da me, Donare quello che ho desiderio di dare e non quello che ci si aspetta”. Le auguriamo di esserci riuscita.

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