Boy George polemico su politiche identitarie della comunità Lgbtq+: “Non hanno aiutato nessuno”
Boy George non perde il suo ormai proverbiale gusto polemico. L’icona queer, al secolo George Alan O’Dowd, che all’inizio degli anni 80 ha aperto la strada agli artisti androgini e truccati come leader dei Culture Club, ha espresso il suo pensiero sul dibattito che circonda la comunità Lgtbq+, in particolare negli Stati Uniti.
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In un’intervista rilasciata al Times, George, 64 anni, ha criticato le “politiche identitarie” della moderna comunità queer. “Non credo che abbiano aiutato nessuno. Non siamo una cosa”, ha dichiarato alla rivista. “È come dire: ecco cosa sono i neri, ecco cosa sono gli ebrei, ecco cosa sono le persone trans. No, ognuno è diverso perché nessuno è uguale a nessun altro, quindi si parte dalla prospettiva sbagliata”.
Gualtieri suona “Karma Chameleon” con Boy George in Campidoglio
In un momento in cui una maggiore accettazione e visibilità – in concomitanza con gli sforzi dell’attuale amministrazione statunitense per ridurre i diritti delle persone transgender – hanno messo la comunità Lgbtq+ sotto i riflettori, il cantante di Karma Chameleon ha affermato di pensare che la vita reale e ciò che viviamo online siano cose molto diverse. “Le persone trans sono le nuove persone da odiare, ma dico sempre: quante persone trans avete incontrato oggi?”, ha detto. “C’è il mondo di internet, che è orribile e pieno di rabbia. Poi c’è il mondo reale, che è completamente diverso, quindi nella realtà le persone non hanno nulla di cui preoccuparsi”.

L’artista britannico ha aggiunto: “Se sono davvero fortunato, la mia sessualità occupa circa tre ore al mese. Abbiamo tutti gatti da sfamare, famiglie da visitare, lavori da fare. Ho detto in un’intervista a 17 anni: essere gay è come mangiare un sacchetto di patatine. Non è così importante. La penso ancora così. Cosa ti importa della sessualità di qualcuno se non hai intenzione di fare sesso con lui?”.
Boy George canta al galà in memoria di Amy Winehouse
Sebbene George sia stato accusato di transfobia nel 2020 quando ha twittato “Lasciate i vostri pronomi fuori dalla porta”, ha recentemente difeso i diritti transgender in uno scontro sui social media con l’autrice di Harry Potter J.K. Rowling. La scrittrice miliardaria ha negato di essere transfobica nonostante abbia condiviso online diverse opinioni anti-transgender, tra cui la partecipazione attiva a campagne per impedire alle donne transgender di praticare sport e di usare bagni pubblici in linea con il loro genere. Il mese scorso, alla domanda della scrittrice “Quali diritti sono stati sottratti alle persone transgender?” ha risposto: “Il diritto di essere lasciati in pace da una ricca bulla annoiata”.
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