Bruce Springsteen alla prima del biopic: “L’America continua a essere una terra di speranza e sogni”
New York – “Per molte persone là fuori, l’America continua a essere la terra delle speranze e dei sogni, non della paura, della divisione, o della censura governativa o dell’odio. Quella è l’America per cui vale la pena lottare. Quindi, è con questo spirito che ho portato la mia arma preferita: la chitarra. Voglio dedicare questa canzone a tutte le persone che hanno lavorato così duramente al film, Springsteen: deliver me from nowhere, ai nostri meravigliosi collaboratori, a mia sorella Virginia. Durante una delle proiezioni, mi ha tenuto la mano nella scena in cui mi siedo, trentaduenne, in grembo a papà. E alla fine della proiezione ha detto: ‘Non è meraviglioso che ci è stato dato tutto questo?’ Questo è tutto ciò che provo al riguardo. È meraviglioso che abbiamo avuto questo”. Con queste parole Bruce Springsteen ha conquistato e commosso gli spettatori del New York Film Festival, dopo essere salito sul palco della Alice Tully Hall, alla première di Springsteen: deliver me from nowhere, rendendo omaggio al regista e al cast, in particolare Jeremy Allen White per avere “interpretato una versione di me molto più affascinante”. Quindi ha imbracciato la chitarra per un’intima versione di Land of hope and dreams, seguita da una standing ovation del pubblico.
Springsteen canta alla prima del suo biopic: “L’America è ancora terra di sogni e speranza”
“In questi giorni, siamo accerchiati da eventi quotidiani che ci ricordano il fatto che stiamo vivendo in tempi pericolosi” ha aggiunto. “Ho trascorso la mia vita in viaggio, on the road, muovendomi in tutto il mondo come una sorta di ambasciatore musicale per l’America, cercando di misurare la distanza con la realtà americana, dove spesso siamo venuti meno ai nostri ideali. Ma per molte persone là fuori, l’America continua a essere una terra di speranza e sogni. Stay strong”.
Springsteen, il biopic. Tra palco e realtà, Jeremy Allen White porta in scena il Boss più “oscuro”
Il regista Scott Cooper ha poi dato il benvenuto a Jeremy Strong, che nel film interpreta il manager e co-produttore di lunga data di Springsteen, Jon Landau, insieme al vero Landau. L’amministratore delegato della Disney, Bob Iger, era presente in sala per sostenere l’uscita del film (al cinema in Italia dal 23 ottobre con il titolo Springsteen: liberami dal nulla).

“Springsteen: liberami dal nulla” le prime immagini di Jeremy Allen White nei panni del Boss
Deliver me from nowhere è un biopic/istantanea di uno Springsteen depresso che fugge dai traumi del passato (padre alcolista e molesto, una suburbia piena di fantasmi, l’esistenzialismo che fa rima con baratro) e fa zapping sul divano fino a imbattersi in Badlands di Terrence Malick. La storia di un veterano della Guerra in Corea che trascina la sua ragazza quindicenne in una serie di omicidi nel cuore dell’America dà al ‘dio del rock’ smarrito una nuova direzione che potrebbe salvare la sua vita (e la sua musica).
“Born in the Usa”, il grido di Springsteen scuote ancora l’America
Da lì nasce Nebraska, l’album del 1982, il lavoro più oscuro e profondo. Adattato dal libro omonimo di Warren Zanes, e diretto da Scott Cooper, Deliver me from nowhere ha inizio con Bruce che torna a Freehold dopo un anno trionfale in tour con la E Street Band. È sull’orlo del megastardom che rivendicherà poco dopo, ma ancora più vicino al precipizio di un esaurimento nervoso. Lo salveranno l’amore, la musica o la solitudine?
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