“Buena Vista Social Club”, il disco capolavoro ora è un musical: il debutto a Broadway
Un disco leggendario, uscito nel 1997, è diventato ora un musical: Buena Vista Social Club ha debuttato mercoledì al Gerald Schoenfeld Theater di Broadway. La produzione, diretta da Saheem Ali, è ovviamente ispirata all’omonimo album che segnò un salto definitivo nel mainstream per la cosiddetta word music e che vide veterani della scena dell’Avana eseguire, dopo anni di silenzio, son e bolero dal repertorio tradizionale cubano.
“Buena Vista Social Club”, quando Wenders li raccontò sul grande schermo
Molte di quelle canzoni e altre sono ora nel musical: l’autore Marco Ramirez (The Royale) identifica i personaggi solo con i loro nomi di battesimo, come a sottolineare che si tratta più di un suggestivo volo di fantasia che di un biomusical. L’azione viaggia avanti e indietro tra il 1956, nel periodo teso che precede il rovesciamento del regime di Batista, e il 1996, quando il giovane produttore Juan de Marcos (Justin Cunningham) mette insieme una band di supporto per i cantanti più anziani che ha portato in studio. Curiosamente, il produttore esecutivo britannico Nick Gold e il il produttore americano Ry Cooder, che hanno svolto un ruolo fondamentale nell’album Buena Vista Social Club e nel documentario di Wim Wenders che è seguito, non sono menzionati nel musical che Invece si concentra sul ruolo di de Marcos nel mettere insieme la band e i cantanti.
De Marcos recluta il cantante Compay (Segundo, interpretato da Julio Monge), che a sua volta aiuta a convincere Omara (Portuondo, Natalie Venetia Belcon) a uscire dal ritiro autoimposto. L’incontro originale tra Compay e Omara viene esplorato nelle scene di flashback, insieme alle sue ripercussioni decennali sulla vita di Omara.

Nel 1956, Omara (la carismatica Isa Antonetti), allora diciannovenne, e sua sorella Haydee (Ashley De La Rosa) cantano canzoni come El Cumbanchero che sono molto amate dai visitatori che accorrono all’elegante club Tropicana. Il giovane Compay e il virtuoso pianista Rubén (Gonzalez, Leonardo Reyna) la portano al Buena Vista Social Club, un locale più piccolo e malfamato che attrae un pubblico molto diverso e si muove su un ritmo diverso.
“Non ci sono turisti”, dice un’eccitata Omara alla sorella sconvolta, “stanno suonando per noi!”. Non è una sorpresa che un cameriere dalla voce vellutata, Ibrahim (Ferrer, Wesley Wray), frequenti anche lui il Buena Vista. Alla fine, Omara dovrà prendere una decisione che avrà gravi conseguenze per il suo futuro e per quello di Haydee.
La vera Omara Portuondo, nel 1956, aveva in realtà 26 anni ed era già un’artista esperta. Era anche quasi 25 anni più giovane di Compay Segundo, ma lo spettacolo suggerisce una generazione che sta diventando maggiorenne insieme, per non parlare delle scintille romantiche tra Omara e Ibrahim Ferrer.
Buena Vista Social Club, addio alle scene: il commento di Gino Castaldo
Ramirez ha inventato questi retroscena per creare legami emotivi più profondi tra i cantanti nel 1996. Ciò che funziona nelle sezioni degli anni 50 sono le canzoni, ovviamente, ma anche le scene di ballo. Poiché gran parte di quell’azione si svolge nei club dove il ballo era primordiale. Le scene ambientate nel 1996, quando l’album vero e proprio è stato registrato, trasmettono grande energia, soprattutto grazie al rapporto disinvolto tra i membri del cast.
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