Quando alcuni mesi fa Donatella Mercoledisanto si presentò al casting del Grande fratello, mise subito in chiaro una cosa: sono figlia di un collaboratore di giustizia ma con la malavita non ho nulla a che fare.

Il mio cognome è “pesante” ma il mio presente è limpido. Nessuna macchia nel suo casellario giudiziale, dunque via libera alla partecipazione alla trasmissione televisiva.

Una “Checco Zalone” in gonnella è sembrata a chi l’ha assoldata e, fin dalle prime battute, Donatella non sembra intenzionata a deludere. Casalinga, sposata con Andrea Mineccia con cui ha due figli, che “passa il tempo a pulire” (così si dipinge) e che se avesse una bacchetta magica vorrebbe che la casa si sistemasse da sola, la 46enne originaria di Bari vecchia e ora residente al Libertà ha un bagaglio familiare ingombrante ma non se ne cura.

Anzi, rivendica la sua distanza da un mondo dal quale anche il padre – Gianni – si era tirato fuori dopo aver avuto problemi con il contrabbando. Ritenuto vicino al clan Capriati, della città vecchia, a fine anni ’90 aveva deciso di pentirsi e aiutare la giustizia. Le sue dichiarazioni avevano consentito alla Dda di stringere il cerchio proprio sui Capriati e di effettuare diversi arresti.

L’uomo è morto da molti anni. La famiglia Mercoledisanto, all’epoca in cui partecipava alle attività criminali di Bari vecchia, era conosciuta con il soprannome “minuicchio” che sta ad indicare i cavatelli ovvero la pasta minuscola tipica di Bari.

“Ancora non ci credo” ha detto Mercoledisanto quando Simona Ventura l’ha presentata in trasmissione prima dell’ingresso nella casa del GF. La conduttrice ha anche raccontato un aneddoto di giornata, sul fatto che la donna barese si fosse messa a fare le pulizie in albergo, in attesa di varcare la porta rossa. “Non so stare senza far niente, mi avete tolto il cellulare, dovevo fare qualcosa, ho detto alla cameriera siediti un poco che pulisco io” ha spiegato lei.