Da “Roma città aperta” a “L’Agnese va a morire”, la Resistenza sulle piattaforme
Ottant’anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, una celebrazione doverosa. E nella storia del cinema il racconto della Resistenza occupa una pagina importante e ha ottant’anni esattamente come la storia dell’Italia liberata perché i cineasti, primo fra tutti Roberto Rossellini, cominciarono a raccontarla fin dai suoi primissimi giorni. Una guida, dieci film e una serie, per questo 25 aprile così significativo.
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“Roma città aperta”: la morte di Pina, Anna Magnani
Roma città aperta di Roberto Rossellini, 1945 (Netflix)
Si comincia quindi da qui, da Roma città aperta, il film che girato tra il febbraio e il settembre del 1945, segna l’inizio del Neorealismo. Il capolavoro di Rossellini con Anna Magnani e Aldo Fabrizi è la pietra miliare della filmografia sulla Resistenza. Magnani è la popolana Pina, Fabrizi Don Pietro, ispirato alle vere figure di Don Pappagallo e Don Morosini, preti impegnati nella Resistenza. Il film non è soltanto un atto di impegno politico ma è stato anche una rivoluzione cinematografica. “Fare un film nella Roma dell’inverno del ’45 è stato un grande atto di coraggio – raccontava qualche anno fa Renzo Rossellini, che del padre è stato assistente e produttore – Da un lato c’erano le difficoltà pratiche: reperire la pellicola, trovare dove girare il film e poi c’erano i problemi di natura politica. I problemi tecnici hanno fatto sì che mio padre reinventasse il modo di fare cinema. Fino ad allora i film si giravano nei teatri di posa che però in quel momento erano occupati dagli sfollati e per questo il film si girò nelle strade con grande stupore dei passanti che li guardavano come si fa con gli animali da circo. E poi c’era il problema della pellicola, mio padre utilizzò della pellicola di scarto, rimasta ai fotografi che fotografavano le truppe di liberazione davanti al Colosseo”.
25 aprile, la diretta delle celebrazioni per l’80° della Liberazione
Paisà di Roberto Rossellini, 1946 (Netflix e RaiPlay)
È il secondo film della trilogia della guerra di Rossellini (che si concluderà con Germania anno zero), Paisà è un film ad episodi, uno per ogni tappa dell’avanzata degli americani nell’Italia da liberare: Sicilia, Napoli, Roma, Firenze, Appennino Emiliano, Porto Tolle. Tra i più celebri quello ambientato a Napoli che racconta l’incontro tra Pasquale, uno scugnizzo, e Joe, un soldato afroamericano della polizia militare in stato di ubriachezza. Ma poi c’è quello della prostituta con il soldato americano, l’infermiera inglese innamorata del partigiano Lupo, la comunità di frati francescani dell’Appenino tosco-emiliano…
Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini, 1959 (RaiPlay)
Il film di Rossellini Il generale Della Rovere con Vittorio De Sica è tratto da un soggetto di Indro Montanelli. Genova, autunno 1944. Giovanni Bertone (De Sica) è un truffatore che vive di espedienti al tempo dell’occupazione nazista, amante del gioco e delle donne. Viene arrestato dalle SS perché accusato di essersi fatto versare delle somme dai parenti dei fucilati e dei deportati, vantando inesistenti aderenze presso il Comando tedesco. Per salvarsi, accetta di diventare una spia dei tedeschi assumendo l’identità del generale Giovanni Braccioforte Della Rovere, un importante ufficiale badogliano appena sbarcato clandestinamente in Liguria e ucciso in un posto di blocco. Il film vinse il Leone d’oro a Venezia, il David di Donatello e il Nastro d’Argento nel 1960.
Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy, 1962 (Prime Video)
Le quattro giornate di Napoli, ispirato al libro di Aldo De Jaco La città insorge: le quattro giornate di Napoli del 1956, diretto da Nanni Loy e prodotto da Goffredo Lombardo, racconta la rivolta popolare scoppiata a Napoli dopo la fucilazione di alcuni marinai italiani il 28 settembre del 1943 e che in quattro giorni sconfisse e mise in fuga le truppe tedesche dalla città prima dell’arrivo degli Alleati. Un film corale in cui si intrecciano le storie dei protagonisti. Il film vanta un cast importante, Gian Maria Volonté, Aldo Giuffré, Raf Vallone, Luigi De Filippo tra gli altri ma non compaiono nei titoli perché – come si legge in un cartello “gli attori, in omaggio al ‘Popolo Napoletano’ – vero interprete delle Quattro giornate – hanno aderito a partecipare in anonimo al film”.
La ragazza di Bube di Luigi Comencini, 1963 (RaiPlay)
È tratto dal romanzo di Carlo Cassola, La ragazza di Bube racconta la storia d’amore tra la giovanissima Mara, contadina, e il partigiano Bube. Una storia di resilienza al femminile di una giovane donna. La venticinquenne Claudia Cardinale, che in quell’anno veniva consacrata da due maestri come Fellini (8 e 1/2) e Visconti (Il Gattopardo), illumina con la sua bellezza e il suo talento il personaggio di questa giovane toscana che sacrifica i suoi anni migliori per amore di un partigiano che ha compiuto un assassinio. La sequenza dell’acquisto delle scarpe di pelle di serpente è un momento commovente e a modo suo seducente.
L’Agnese va a morire di Giuliano Montaldo, 1976 (Prime Video e CG Grandi Film – Rakuten tv e www.cgtv.it/live/)
Anche qui la protagonista è femminile ma è centrale il suo ruolo nella lotta partigiana. L’Agnese va a morire di Giuliano Montaldo dal romanzo, in parte autobiografico, di Renata Viganò pubblicato nel 1949, racconta la storia di una donna, Agnese interpretata da Ingrid Thulin. La lavandaia Agnese nel ferrarese rimane vedova quando il marito viene deportato per aver ospitato un soldato sbandato, rimasta sola sceglie di entrare nella Resistenza.
Quarant’anni di ‘Una giornata particolare’ di Ettore Scola
Una giornata particolare di Ettore Scola, 1977 (CG Collection, Apple Tv+)
Una giornata particolare, il capolavoro di Ettore Scola con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, è il racconto di un unico giorno, quello del 6 maggio 1938, giorno della visita di Adolf Hitler a Roma. Il marito di Antonietta, fervente fascista trascina tutti i figli a vedere il Duce che incontra Hitler, mentre Antonietta è costretta a rimanere a casa, “mi sarebbe piaciuto andare” dirà “ma sa portare avanti una casa con sei figli”. Nel grande caseggiato, uno dei palazzi Federici, casa popolare di costruzione fascista, rimangono soltanto in due: la casalinga madre di figli e quell’uomo “né soldato, né marito, né padre” che è Gabriele, ex conduttore radiofonico dell’Eiar licenziato e mandato al confino per la sua omosessualità. A dirla tutta c’è anche la baffuta, pettegola della portiera. Il motore dell’incontro è quel pappagallino che scappa ad Antonietta e finisce nell’appartamento dirimpetto di Gabriele, proprio mentre lui sta meditando di uccidersi.
I piccoli maestri di Daniele Luchetti, 1998 (Infinity+)
Dal romanzo di Luigi Meneghello, Daniele Luchetti trae I piccoli maestri, una storia che ha per protagonista Stefano Accorsi, Giorgio Pasotti e Stefania Montorsi nei panni di tre studenti universitari vicentini che lasciano i loro studi per dedicarsi alla lotta antifascista sull’Altipiano dei Sette Comuni. I loro ideali dovranno scontrarsi con un’avventura molto più pericolosa di quello che avevano immaginato e misurarsi con la difficoltà di prendere decisioni che hanno a che fare con la vita e la morte delle persone. Per fortuna arriveranno i carri armati inglesi a liberare la città.
Miracolo a Sant’Anna di Spike Lee, 2008 (Apple Tv+ a noleggio)
Spike Lee ha adattato il romanzo di James McBride, anche sceneggiatore, che racconta le vicende di una pattuglia di soldati afroamericani della 92ª Divisione “Buffalo”, dispersi nelle colline lucchesi nell’autunno del 1944. In Miracolo a Sant’Anna si racconta l’incontro con la popolazione, con i partigiani e in particolare con un bambino sfuggito all’eccidio di Sant’Anna di Stazzema sono raccontati dal particolare punto di vista di un gruppo di soldati neri nell’Italia appena liberata ma ancora attraversata da tanta violenza e dolore.
‘Una questione privata’, i Taviani rileggono Fenoglio – trailer
Una questione privata di Paolo e Vittorio Taviani, 2017 (RaiPlay)
Molti anni dopo i fratelli Paolo e Vittorio Taviani, che si erano già misurati con il tema resistenziale in La notte di San Lorenzo, adattano Fenoglio con un altro racconto resistenziale, il romanzo che, secondo Italo Calvino, tutti gli scrittori della Resistenza avrebbero voluto scrivere. Fenoglio lavorò a Una questione privata negli ultimi anni della sua vita e il libro fu pubblicato – anche questo – postumo nel 1963, storia di un triangolo tra amicizia e amore, sullo sfondo della guerra di Resistenza. Il triangolo cinematografico è composto da Luca Marinelli, Lorenzo Richelmy e Valentina Bellè.
‘La storia’, la serie di Francesca Archibugi dal romanzo di Elsa Morante
La storia di Francesca Archibugi, 2024 (RaiPlay)
Il romanzo della già vincitrice dello Strega (prima donna in assoluto per L’isola di Arturo) Elsa Morante La storia è stato adattato due volte per la tv. La prima el 1986 quando ancora si chiamavano sceneggiati, diretta da Luigi Comencini con protagonista Claudia Cardinale, e la seconda prodotta quest’anno firmata da Francesca Archibugi con Jasmine Trinca protagonista. La storia è sempre quella di Ida, una maestra elementare di origine calabrese venuta vivere a Roma nel quartiere di San Lorenzo, rimasta vedova con un figlio sedicenne, Nino, bello, simpatico, scapestrato. Per Ida la giornata si divide tra il lavoro a scuola, dove cerca di insegnare ai suoi studenti l’italiano e dribblare le frasi fatte del fascismo (al ragazzino che dice “abbiamo consegnato la dichiarazione di guerra nelle mani dell’Inghilterra” ribatte “l’Inghilterra non ha mani”), la sempre crescente difficoltà a trovare cibo da portare a tavola e l’educazione di Nino che con la sua faccia tosta e la frequentazione di amici simpatizzanti il fascismo si avvicina sempre più all’ideologia del Duce. Un giorno mentre torna a casa viene seguita da un giovane soldato tedesco ubriaco che la violenta. Rimarrà incinta di Useppe, quel bambino nato prematuro con grandi occhi blu e l’adorazione per suo fratello Nino. Con gli occhi di Ida si racconta la deportazione degli ebrei, il bombardamento di Roma, la lotta partigiana e la liberazione. Entrambe le versioni sono disponibili su RaiPlay: quella di Comencini in tre episodi, quella di Archibugi in otto.
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