Eurovision 2026, la decisione sulla partecipazione di Israele rinviata a dicembre

Il dibattito sull’inclusione di Israele nell’Eurovision Song Contest 2026 resta aperto: l’Unione Europea di Radiodiffusione (Ebu) ha annunciato il rinvio del voto previsto per novembre, citando “i recenti sviluppi in Medio Oriente”. La questione verrà invece affrontata durante l’assemblea generale invernale dell’ente, che si terrà a dicembre in presenza.

La decisione arriva in un contesto delicato, segnato dalla guerra a Gaza e da crescenti pressioni politiche e culturali. Alcuni Paesi, tra cui Irlanda, Slovenia, Islanda, Paesi Bassi e Spagna, hanno già espresso l’intenzione di boicottare il concorso canoro se Israele sarà tra i partecipanti.

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La gara si svolgerà presso la Wiener Stadthalle a Vienna dal 12 al 16 maggio. L’emittente austriaca Orf, che ospiterà la prossima edizione a Vienna, ha accolto con favore il rinvio, sottolineando la necessità di evitare strumentalizzazioni politiche dell’evento. Anche il ministro degli Esteri austriaco, Beate Meinl-Reisinger, ha ribadito che l’Eurovision “non è il luogo adatto per imporre sanzioni”.

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In precedenza, l’Ebu aveva annunciato che avrebbe consultato i suoi 68 membri per decidere sul futuro della partecipazione israeliana. Tuttavia, con l’intensificarsi del conflitto israelo-palestinese, la necessità di un confronto diretto tra i membri è diventata prioritaria. Nel frattempo, Israele – secondo classificato nell’edizione 2025 con l’artista Yuval Raphael – ha rivendicato il proprio ruolo storico nel concorso. L’emittente pubblica israeliana Kan ha dichiarato a settembre che Israele “è uno dei partecipanti più popolari e di successo nella storia dell’Eurovision”.

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