Eva Mikula, chi è l’ospite di Belve crime, la “dark lady” della Uno bianca

È stata indicata come la dark lady, accusata di spionaggio, “misteriosa” fidanzata di uno dei componenti della banda della Uno bianca. Eva Mikula è una dei protagonisti di Belve crime, la nuova trasmissione di Francesca Fagnani su Rai 2.

Eva Mikula, 50 anni il 18 agosto, è stata per due anni la compagna di Fabio Savi, uno dei tre fratelli componenti della banda della Uno bianca, che tra il 1987 e il 1994 hanno ucciso 24 persone e ferite 114, tra rapine a mano armata e azioni di violenza gratuita. Quando Fabio Savi fu arrestato lei era con lui. Nella trasmissione di Fagnani, Mikula ripercorre quegli anni in cui le notizie sulla Uno bianca hanno tenuto con il fiato sospeso l’Italia. Una donna, considerata misteriosa, per molti “una complice” mentre lei si è sempre considerata “vittima”. Di origini romene la donna era fuggita da casa e da un padre violento ancora minorenne e aveva trovato lavoro in Ungheria presso una tavola calda, nel febbraio del 1992 incontra il camionista e carrozziere Fabio Savi più grande di lei di 15 anni. Che la convince a venire in Italia.

Nel 2021 la donna ha raccontato la sua verità nel libro scritto con il giornalista Marco Gregoretti Vuoto a perdere – Verità nascoste sulla banda della Uno bianca. Il libro (in copertina un lupo e una sorta di cappuccetto rosso) si proponeva di essere una “indignata reazione all’ennesima provocazione di chi ancora ha interesse, dopo oltre 26 anni dagli arresti dei criminali, a nascondere la verità e a non far emergere la verità su ciò che effettivamente si celava dietro la banda; alle modalità ed alle circostanze che ne permisero la cattura, agli errori giudiziari ed ai condizionamenti ambientali, di una città in particolare come Bologna, che ne permisero la nascita e l’indisturbato proliferare” scrive l’autrice.

Mikula, che in passato ha dichiarato di sentirsi abbandonata e senza protezioni dalla giustizia, con i killer che si avvicinano alla fine della pena, ha raccontato di aver scelto il 14 febbraio per l’uscita del libro “in nome dell’amore celeste verso tutte le persone uccise per mano di quei assassini; in nome di quella storia d’amore con Fabio Savi che mi ha permesso di porre fine ad una lunga scia di sangue”.

La banda fu arrestata “grazie a me” dice oggi Mikula. “Ha parlato solo dopo l’arresto” sottolinea invece Fagnani che, poi, ricorda quando nel 2015 chiese di entrare nell’Associazione vittime e non fu accettata. “Le famiglie delle vittime vogliono il mio silenzio perché rovino il decoro” la sua replica. Botta e risposta serrato sulla partecipazione (poi saltata) di Mikula al reality La Talpa. “Le sembrava rispettoso verso le famiglie?” chiede Fagnani. “Quel gioco avrebbe potuto permettermi di raccontare la mia verità” dice Mikula. “A chi deve delle scuse?” domanda la giornalista. “Le attendo. Dai familiari delle vittime” risponde lei. “I familiari, in generale, non devono chiedere scusa a nessuno!” chiosa Fagnani. “Mi hanno insultato per 30 anni, è un’istigazione suicido”.

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