Fabri Fibra, il vero hip hop è un concerto senza fronzoli
Un oggetto vola sul palco. Fibra lo raccoglie: «Un reggiseno? Sapete cosa vuol dire quando a metà live ti lanciano un reggiseno, bro?». Silenzio. «Vuol dire che sta andando bene», risate. Ma questo lo si era capito subito dai cori “olé olé olé Fibra Fibra” di solito riservati a Vasco. Al centro del palco c’è solo una gigantesca cassetta, sulla cima c’è Dj Double S (militava negli Alien Army con Skizo e Gruff).
Fabri Fibra, dalle posse alla trap, vi spiego il ‘Fenomeno’ dell’hip hop (che sono io)
Per Fibra il vero hip hop è questo: no fronzoli, no scenografia, solo il dj e la voce. Non è impresa facile così, ma lui si mostra da subito padrone del palco: «Su le mani: domani voglio andare a Bologna e dire che Roma ha fatto più casino!».
L’inizio con i brani del nuovo album, che segnano un grande ritorno al Fibra feroce, a partire dall’intro Avvelenata (in tutti i sensi) e alla dichiarazione d’intenti in Mille volte: “Sono un tipo riservato, ma mi sento sempre osservato/ a cena fuori con il diavolo, abbiamo riservato un tavolo” o rime come “Oggi il Führer farebbe lo YouTuber” in Tutti pazzi o, in Stupidi, “La festa la facciamo dritto in Gintoneria/ sei minuti dura tutto, poi ci porteranno via” con gli ospiti Papa V e Nerissima Serpe.
Cosa ci racconta la trap generation
Poi florilegio di brani pop: In Italia, Fenomeno, Pamplona per cui sul palco arriva Tommaso Paradiso salutato da un boato, e Propaganda che fa ballare come un sol uomo gli 11 mila presenti. In Che gusto c’è, Tredici Pietro saluta Fibra come “la leggenda”. E lui non rinuncia all’hardcore con un medley pazzesco da Mr. Simpatia che si apre addirittura con Venerdì 17. “Era un po’ forte, vero?”.
Applausi per Fibra.
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