Fausto Amodei, morto il maestro della canzone politica autore di “Per i morti di Reggio Emilia”

Musica e impegno erano i suoi punti cardinali. Fausto Amodei, una delle voci storiche del panorama cantautorale italiano e uno dei più importanti cantautori politici, autore di canzoni diventate inni nel tempo in tante manifestazioni della sinistra, è morto all’età di 91 anni nella sua Torino. Ideatore di Cantacronache, un collettivo di musicisti, letterati e poeti formatosi a Torino nel 1957 con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone attraverso l’impegno sociale è stato l’autore di pietre miliari nella storia della canzone popolare e di protesta politica quali, tra le tante, Per i morti di Reggio Emilia.

Quando in Italia nelle canzoni trionfavano papaveri, papere e casette in Canadà, nel 1958 Amodei fu uno dei fondatori a Torino (insieme a Michele Straniero, Giorgio De Maria, Margot, Emilio Jona, Sergio Liberovici) di Cantacronache, dando inizio ad una vera e propria rivoluzione: la musica divenne veicolo di denuncia sociale, di nuovi messaggi, di autentica presa di coscienza che un altro modo di esprimersi poteva e doveva esistere, anche in un Paese paludato come quello italiano. Con il suo stile cronachistico, nel 1960 Amodei scrisse una canzone rimasta nella memoria collettiva di chi in quegli anni militava nella sinistra, Per i morti di Reggio Emilia, composta in occasione degli scontri di piazza che si verificarono contro il governo presieduto dal democristiano Ferdinando Tambroni, sostenuto anche dai voti del Movimento sociale italiano. La canzone Per i morti di Reggio Emilia, eseguita per lungo tempo occasione di manifestazioni operaie e studentesche, è stata anche interpretata e registrata da Maria Carta, Milva, dagli Stormy Six e dai Modena City Ramblers.

Nato a Torino il 18 giugno 1934, Amodei iniziò a studiare la fisarmonica da giovanissimo, passando poi al pianoforte e, infine, alla chitarra. Dopo il diploma al Liceo Alfieri, si laureò in architettura al Politecnico di Torino. Coltivò anche la passione per l’attività politica, militando nel movimento Unità Popolare, fondato dal leader della Resistenza Ferruccio Parri; nel 1966 divenne anche deputato del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria.

Addio a Margot Galante Garrone, la sua canzone-testamento

Staccandosi dagli standard dell’epoca, basati su melodie facili e testi d’amore, con il gruppo Cantacronache Amodei affrontò tematiche politiche o d’attualità: è così che compose canzoni quali Il tarlo, feroce critica dell’economia capitalistica; La zolfara, cronaca di un incidente in miniera portata al successo da Ornella Vanoni nel 1961; Qualcosa da aspettare, riproposta poi nel 1964 da Enzo Jannacci.

Nel 1962, esaurita l’esperienza del gruppo Cantacronache, Amodei entrò a far parte del Nuovo Canzoniere Italiano, animato tra gli altri da Gianni Bosio e Roberto Leydi, ed in questo gruppo che ha avuto un ruolo di primo piano nel campo della musica popolare e del canto politico, partecipò con la sua voce e le sue canzoni a numerosi spettacoli insieme ad Ivan Della Mea, Giovanna Marini, Paolo Pietrangeli e Gualtiero Bertelli.

La sua canzone La marcia della pace venne incisa nel 1966 da Maria Monti nell’album Le canzoni del no, sequestrato proprio a causa di quel testo (scritto in collaborazione con il poeta Franco Fortini), i cui versi E se la patria chiama, lasciatela chiamare vennero giudicati come sovversivi, in quanto invito all’obiezione di coscienza. Nel 1972 Amodei incise l’album Se non li conoscete (la canzone omonima è una feroce satira sul Movimento Sociale Italiano), dove comparivano brani come Fanfaneide, La taylorizzazione, Perchè una guerra, Proclama di Camillo Torres e Le disgrazie non vengono mai sole. Nel 1974 registrò l’album L’ultima crociata, la cui prima facciata è interamente dedicata al referendum sul divorzio.

Fu questa la sua ultima incisione per oltre trent’anni. Nel 1975 Amodei ricevette il Premio Tenco; l’anno successivo compose una cantata per sei strumenti e quattro voci intitolata Il Partito, ispirata alle memorie politiche della dirigente comunista Camilla Ravera. Nel 1983 collaborò con Raffaella De Vita per lo spettacolo antimilitarista Gli allegri macellai. Alla fine del 2005 Fausto Amodei ha inciso l’album, intitolato con ironia, Per fortuna c’è il Cavaliere, graffiate satira antiberlusconiana, e riprese i concerti. Del 2021 è il suo ultimo album, Fausto Amodei canta Georges Brassens.

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