Festival di Cannes 2025, il programma e gli ospiti di oggi 22 maggio

CANNES – Ecco l’ultimo titolo italiano al festival. Dopo il film di Mario Martone (che arriva oggi in sala) ben accolto dalla critica internazionale e con 7 minuti di applausi alla proiezione al Theatre Lumière, e dopo Le città di pianura di Francesco Sossai passato ieri al Certain regard, oggi è il giorno di Testa o croce?, un western dai toni surreali che ha per protagonista Alessandro Borghi nei panni di un mandriano nella campagna laziale di inizio Novecento.

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I due registi Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, classe 1986, sono italo-americani, erano qui a Cannes quattro anni fa con il loro precedente film Re granchio alla Quinzaine. Ora tornano con un film d’avventura ambientato agli inizi del ‘900, quando il Wild West Show di Buffalo Bill arriva a Roma per vendere agli italiani il mito della frontiera, a colpi di fucili a salve e spettacoli di cowboy. Qui, nella cornice di una gara di doma divenuta leggenda tra cowboy e butteri italiani, Rosa, giovane moglie del signorotto locale, si innamora di Santino (Alessandro Borghi), il buttero che vince la sfida. In seguito all’omicidio del marito, Rosa e Santino fuggono insieme, ma la giustizia, come sempre, è venduta al miglior offerente e sulla testa di Santino viene messa una grossa taglia. Nei panni di Buffalo Bill c’è John C. Reilly mentre Rosa di origine francese è interpretata da Nadia Tereszkiewicz.

Il concorso oggi ci porta in Cina con il film Resurrection di Bi Gan, un fanta-poliziesco con protagonista una donna catapultata in un futuro post-apocalittico, dove cerca di riparare una creatura metà robot e metà umano verso cui inizia a provare dei sentimenti.

Dopo la Cina è il momento dell’Iran con il film Woman and child di Saeed Roustaee. Anche qui una protagonista femminile: un’infermiera vedova che lotta con il figlio ribelle. Il regista iraniano ha presentato a Cannes nel 2022 Leila et ses frères per il quale è stato condannato a una reclusione di sei mesi e il divieto di girare per cinque anni. Ciò nonostante il regista è al centro di una controversia nel suo Paese perché quest’ultimo film è accusato di aver accettato le regole del regime, come quello di mostrare le donne solo con l’hijab. Il regista in esilio Mohammad Rasoulof si è schierato in difesa di Roustaee. Ieri anche Jafar Panahi si è espresso sul tema: “Non dirò mai a un altro regista come deve girare il suo film”.

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