Francesco De Gregori, tra la ragazza e la miniera
Menomale che c’è sempre qualcuno che canta/
E la tristezza ce la fa passare
La ragazza e la miniera (1983)
Francesco De Gregori??????????????????
Scrive Deonisio Franco Tonus: “Grazie per il ricordo di Fausto Amodei, di cui vorrei ricordare l’intensa opera di traduzione delle canzoni di Brassens”. Ora riprendiamo e concludiamo il gioco sul Falso Incidente, pubblicando quella che sembra una interpretazione autentica, proposta da Angelo Salento: “Secondo Patrizio Trampetti, coautore del brano di Bennato, il falso incidente non era un incidente inventato come pretesto per coprire un fallimento, ma un incidente che in realtà non lo era, un evento che non aveva fatto alcun danno. Questa versione, tuttavia, anche se autentica, non mi convince, perché contraddice il senso della canzone”. Un piccolo enigma, dunque, destinato a rimanere tale. E ora il prossimo grande gioco: qual è il verso più scemo della musica leggera italiana di tutti i tempi? Impresa terribile considerato che le possibilità sono pressoché infinite. Per puro esempio, e nonostante la stima per Gianni Bella, ma il testo forse è di Bigazzi, ricordiamo: “Le tradizioni, sì, le ho/ Ed è per questo che son qui/E lunedì lavorerò” (Pane caldo, 1977). Attendiamo i vostri suggerimenti.
Scrivere a: canzoniereitaliano@gmail.com
Nel frattempo, ecco una critica condivisibile di Marco Rosi:
“Sono completamente sparite dalla programmazione radiofonica le canzoni ‘etniche’ delle varie regioni italiane”. Infine, una mail di Manlio Alberto Montalbano che ci è piaciuta: “Mentre vivo la mia vita personale mi vengono in mente alcuni versi di De Gregori: Dove tra la ragazza e la miniera apparentemente non c’è confine/Dove la vita è un lavoro a cottimo/E il cuore un cespuglio di spine”.
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La ragazza e la miniera è una ballata narrativa in Mi maggiore, che apre con un’introduzione di pianoforte e chitarra sul giro armonico I-IV-V (Mi-La-Si), seguita da quattro strofe costruite sullo stesso schema ma con metro variabile (2/4, 3/4, 4/4) che segue il ritmo del testo. Un intermezzo orchestrale riprende il tema iniziale, quindi una quinta strofa prepara il cambio di scena.
Il brano modula poi in Do maggiore per il ritornello e infine in Fa maggiore: qui le ultime due strofe e l’arrangiamento orchestrale si intensificano fino alla chiusura emotiva.
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