Fratello e sorella, il racconto di due vite parallele costrette a ritrovarsi. Online su MYmovies
Un film di Arnaud Desplechin non è mai ciò sembra o che potrebbe essere. Fratello e sorella, presentato nel 2022 in concorso a Cannes, è a tutti gli effetti un melodramma: la storia del conflitto tra un fratello e una sorella che non si parlano da anni e che un grave incidente accaduto ai genitori costringe a ritrovarsi.
Lui, Louis, è un famoso romanziere ritiratosi in solitudine con la moglie dopo la perdita di un figlio; lei, Alice, è una famosa attrice teatrale: si odiano senza un vero motivo, come se la cosa fosse un evento naturale.
Del genere il film ha tutto: l’incombere della morte; la complessa diramazione di parenti e amici, tutti coinvolti nella faida; il riflesso delle emozioni nelle parole, nei gesti, nelle urla dei personaggi.
Eppure, Desplechin nel suo film ci mette molto altro approssimando come sempre per eccesso: l’inizio è da western, alcuni passaggi sono addirittura fantasy, i luoghi sono tanti e dispersivi (oltre alla sua Roubaix, anche i Pirenei e alla fine pure l’Africa), le citazioni abbracciano di tutto, da Cechov a Joyce (l’onnipresente I morti, all’origine della filmografia del regista francese e del suo alter ego Stephen Dedalus, qui per una volta assente) alla poesia americana contemporanea, all’intera filmografia dello stesso Desplechin, che è da considerare come un’unica grande opera personale.
Tocca allo spettatore immergersi nel mondo del regista francese, esagerato ma pieno di riflessioni e straordinari momenti d’emozione. Del conflitto fra Louis e Alice nulla viene spiegato, tutto resta nelle intenzioni dei personaggi, nel loro passato misterioso, nei loro pensieri insondabili, e tocca al complesso intreccio di relazioni e personaggi (l’altro fratello Fidèle, il figlio di Alice e suo marito, l’amico Zwy, la moglie di Louis, Faunia) illustrare gli sviluppi della trama, svelando implicitamente segreti e possibili soluzioni.
Soprattutto, tocca agli interpreti dare corpo, voce ed emozioni alla creatività di Desplechin: i due protagonisti Marion Cotillard e Melvil Poupaud, lei all’esordio con il regista francese, lui già presente in uno dei suoi film più belli (Racconto di Natale), sono bravissimi, ma l’attrice iraniana Golshifteh Farahani (Paterson), quella rumena Cosmina Stratan (Oltre le colline) e il cast di comprimari francesi non sono da meno. In Fratello e sorella si respira un’aria simile a quella dei film di Almodóvar, anch’essi molto spesso melodrammi pieni di film, libri e citazioni, per quanto più meditati e razionali.
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La riflessione sul rapporto fra la finzione e la vita, tra teatro e letteratura, ricorda Tutto su mia madre, ed è il vero indizio per capire i caratteri opposti e similari di Louis e Alice, entrambi egoisticamente aggrappati all’immagine che danno di sé quando scrivono e recitano, e incapaci per questo di scendere a compromessi.
Nell’incontro (e in questo caso soprattutto nello scontro) fra verità e rappresentazione sta la ragione del cinema di Desplechin, e anche del caos dei suoi personaggi.
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