Gerry Butler al gala dei Friends of the Israel. La replica del suo addetto stampa: “Era il 2018”

Nelle scorse ore è circolata la notizia della presenza di Gerard Butler al gala dei Friends of the Israel Defense Forces (FIDF), l’evento benefico che a novembre del 2018 aveva raccolto 60 milioni di dollari a sostegno dei soldati israeliani, dei veterani feriti e delle famiglie dei caduti.

Dal team dell’attore scozzese arriva però la precisazione: «Gerry è stato ospite del gala nel 2018, organizzato da Haim Saban e seguito da oltre mille persone a Hollywood, tra cui numerose celebrità e dirigenti dell’industria dell’intrattenimento».

Una puntualizzazione che chiarisce come la partecipazione di Butler riguardi un’edizione passata. Per l’attore e la sua collega Gal Gadot il collettivo Venice4Palestine ha richiesto l’esclusione dalla Mostra di Venezia, accusandoli di sostenere “il genocidio in corso”. V4P ha respinto inoltre le accuse di censura. “Si tratta di nominare le cose per quello che sono”, dichiara il collettivo in una nota. “E a questo proposito è singolare che si parli di censura rispetto alle nostre richieste, mentre in molte parti d’Europa il potere dei governi impedisce di scendere in piazza con i simboli della Palestina”. Per V4P “censura sarebbe stato piuttosto reclamare l’esclusione di un film dal festival, cosa che non abbiamo mai fatto”. Il collettivo precisa la natura della sua protesta: “V4P ha espresso l’inaccettabilità che in un momento come questo la Mostra desse la possibilità di sfilare sotto i flash dei fotografi a qualsiasi artista abbia dato supporto al genocidio, mentre a Gaza gli unici flash che brillano sono quelli delle bombe che esplodono su ospedali, delle armi di precisione dei cecchini che prendono di mira bambini inermi”.

E aggiunge: “Etnia, nazionalità e religione non c’entrano nulla con la nostra richiesta (oltretutto Butler è scozzese). Gerard Butler e Gal Gadot hanno fornito appoggio sia finanziario che ideologico alle politiche israeliane. Perché non dovrebbero essere tenuti in considerazione i comportamenti e le opinioni di queste celebrità a cui la grande risonanza mediatica dona rilevanza e influenza, normalizzando così pulizia etnica e genocidio?”. Per il collettivo, dunque, “non si tratta di censura ma di boicottaggio culturale, cioè una delle forme storiche di protesta non violenta e di resistenza contro l’abuso perpetrato da un potere schiacciante e crudele”.

Infine, Venice4Palestine annuncia il suo sostegno a due appuntamenti: il 30 agosto alla manifestazione ‘Stop al genocidio’, promossa da Centri Sociali del Nord Est e Anpi ‘7 Martiri’ Venezia e 31 agosto (alle 13, Isola Edipo) all’incontro con la rete Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni (Bds) dove interverranno Eyal Sivan (regista e attivista israeliano antisionista, in collegamento) e Jacopo Crovella (attore e attivista di Bds Italia, in presenza).

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