Giovanni Allevi: “Arriverò a 95 anni anche se le statistiche mi danno due anni di vita”
Tanto ottimismo,un sorriso, una flebo, qualche parola: “È un momento bellissimo quando alla fine di una infusione (la mia ventitreesima) ti portano il budino al cioccolato”. Così il compositore Giovanni Allevi, 56 anni, in un post su Instagram. Ogni volta — da tre anni, da quando gli hanno diagnosticato un mieloma —, stupisce con la sua forza. In un’intervista al Corriere della Sera il compositore, con il suo innato ottimismo, parla della sua situazione attuale. Il 18 giugno 2022 Allevi annuncia di essere affetto da mieloma multiplo, circostanza che lo costringe ad allontanarsi dalla scena musicale per curarsi. Il 7 febbraio 2024, torna a esibirsi in pubblico dopo quasi due anni, suonando il brano Tomorrow da ospite della seconda serata del Festival di Sanremo, dove si è anche raccontato in un monologo.
“Sono stato felice quando mi hanno portato il budino al cioccolato. Per me è una vera festa. Ventitré infusioni sono tante – racconta Allevi – sono a casa sul letto, sotto il piumone che guardo dalla finestra l’autunno che arriva, col sorriso stampato sotto l’effetto di quella infusione. È un farmaco potente ed efficace per la cura delle ossa”. Alla domanda se si tratta di chemioterapia Allevi risponde: “No, non è un farmaco chemioterapico, è un’altra cosa. Mi fa stare male per 10 giorni, sbarellato direi, come se avessi la febbre e anche il dolore alle ossa aumenta. Ma l’effetto è quello di rinforzare il tessuto osseo”. Il suo ottimismo prevale: “Qui si apre questione filosofica perché quando entri dentro questa bolla di esistenza nuova, determinata dalla malattia, hai due possibilità: cedere alla disperazione o resettare tutto e guardare alla vita col sorriso, nonostante il dolore e la paura. Io ho scelto questa seconda strada. La forza la ricevo anche dagli altri pazienti in quello che per me è un luogo sacro: la sala di accettazione all’Istituto dei tumori. Una stanza grandissima con tanti guerrieri. Ci aiutiamo, ci abbracciamo”.
L’ospedale è diventato familiare per il compositore: “E’ la mia seconda casa. Può farti paura ma poi ti accorgi che l’ospedale ti salva la vita. Lì trovo coraggio e forza, il talento dei medici e la grande professionalità del personale ospedaliero. Vivo come non ci fosse un domani. Secondo le statistiche ho davanti due anni ancora, ma prometto che festeggerò i 95 anni, perché non credo alle statistiche”.
A ottobre verrà presentato alla Festa del Cinema di Roma Allevi – Back to life, nei cinema dal 17 novembre, con l’uscita anche della colonna sonora, un docufilm del suo “ritorno alla vita”. “Avevo da tempo l’idea di realizzare un documentario sulla mia esperienza artistica ma non ero convinto perché negli ultimi anni mi sento come fossi un gatto sotto la credenza. Non volevo e non voglio espormi e neppure spiegare la mia figura artistica. Ma la malattia mi ha catapultato in un’altra dimensione e ho capito che questo film possiede una forte valenza sociale. Allora vale la pena uscire da sotto la credenza. Voglio dare coraggio. Il mio sogno è che lo spettatore esca dalla sala con il cuore traboccante di gioia di vivere, e abbracci la prima persona che gli capiti davanti”.
La scorsa estate Giovanni Allevi è tornato ancora in pubblico a dirigere Concerto per violoncello e orchestra MM22, opera composta in ospedale. “Questo film – spiega – è un viaggio tra musica, arte, ospedale. Dal primo giorno di ricovero ho cominciato a comporre un’opera che avrei diretto se fossi sopravvissuto. Ho voluto ripercorrere in musica tutte le emozioni che ho provato in quella stanza di ospedale: angoscia, speranza, gioia sfrenata, tensione verso l’infinito. Ho deciso poi di portare le telecamere in sala prove, e in ospedale, e ai concerti. Questa è l’ossatura del docufilm”.
Condividi questo contenuto: