Guè Pequeno e la malattia all’occhio, il racconto a “Belve”: “È parte di me”
Guè Pequeno, pseudonimo di Cosimo Fini, 44 anni, ieri sera ha risposto alle domande di Francesca Fagnani durante l’ultima puntata di Belve, il talk show di Rai 2.
Il rapper, già parte dei Club Dogo con Jake La Furia e il dj produttore Don Joe, ha parlato in maniera diretta e approfondita della sua blefaroptosi, una condizione congenita che impedisce l’apertura completa della palpebra superiore dell’occhio, nel suo caso il sinistro.
L’intervista a Belve è stata molto condivisa sui social e in molti hanno lodato la sincerità e il coraggio dell’artista, sottolineando l’importanza di affrontare con fierezza temi come il body shaming e la diversità fisica.
“Belve”, Guè, Bianca Balti e Lucrezia Lante della Rovere nell’ultima puntata
L’infanzia e il bullismo
Il musicista milanese ha raccontato di aver vissuto l’infanzia affrontando episodi di bullismo ma anche di come, con il tempo, quella che inizialmente era vista come una debolezza sia diventata un tratto distintivo del suo personaggio artistico: “Non ho mai voluto correggerla chirurgicamente – ha dichiarato – perché fa parte della mia identità, del mio volto, e anche del mio percorso”.
Un dettaglio toccante emerso durante l’intervista è il legame tra questa condizione e alcune delle sue scelte visive nei suoi progetti musicali. Guè ha infatti utilizzato una sua foto da bambino, in cui l’occhio colpito dalla blefaroptosi è ben visibile, come punto di forza per le copertine e i booklet dei suoi album solisti, tra i quali il suo secondo lavoro, Bravo ragazzo (2013).
La malattia
La blefaroptosi, o ptosi palpebrale, è un abbassamento anomalo della palpebra superiore, che può essere congenito, cioè presente dalla nascita, oppure acquisito. Nel caso di Guè si tratta di una forma congenita. A volte può compromettere la visione ma in molti casi – come il suo – non rappresenta un ostacolo funzionale. Guè ha inoltre raccontato di ricevere spesso messaggi da genitori di bambini affetti dalla stessa patologia, a cui offre parole di supporto e conforto.
C’è anche Thom
Anche Thom Yorke, voce dei Radiohead, convive con la stessa condizione (anche lui sull’occhio sinistro), sviluppata in seguito a complicazioni occorse durante un’operazione nei primi mesi di vita.
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