I film su papa Francesco: da Wim Wenders a Gianfranco Rosi
Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società e sulla politica mondiale.
Il suo pontificato è caratterizzato da un messaggio di apertura, umiltà e attenzione ai più deboli, temi che si prestano a una narrazione cinematografica densa di significati.
La sua immagine pubblica, fortemente riconoscibile, ha reso i suoi gesti e le sue parole materia di interesse per il grande schermo.
La sua attenzione per i poveri, i migranti, l’ambiente e la giustizia sociale ha attratto registi impegnati su tematiche umanitarie, affascinati da un pontefice che si è distinto per il suo stile di vita sobrio e la volontà di riformare la Chiesa. Questo contrasto tra il potere istituzionale e la semplicità evangelica ha dato vita a narrazioni che indagano le tensioni interne al Vaticano e il ruolo del Papa nel mondo contemporaneo. Anche per questo il cinema documentario ha trovato in lui un soggetto ideale.
‘Un uomo di parola’: il film di Wim Wenders su papa Francesco – trailer
Con il film Papa Francesco un uomo di parola, (2018), Wim Wenders ha cercato di restituire la sua visione attraverso un racconto costruito su immagini d’archivio e incontri con la gente. Wenders lascia spesso che il papa parli direttamente alla telecamera, cosa che fa in tono riflessivo, dando al pubblico l’opportunità di guardare negli occhi il papa, come se stesse conversando con lui. “Quando fu eletto – ci raccontò all’epoca Wenders – rimasi subito impressionato dalla scelta di chiamarsi Francesco. Quel nome era un grande obbligo, nessuno aveva avuto il coraggio di sceglierlo prima.” Del papa aveva colpito il cineasta tedesco “il coraggio, l’energia positiva che percepisci fisicamente quando entra nella stanza. E il senso dell’umorismo. Rideva del mio spagnolo storpiato e spesso vedi il sorriso in fondo ai suoi occhi. La propensione a divertirsi. Lo guardi negli occhi e vedi il vecchio ragazzino che è stato”.
Venezia 79, ‘In viaggio’ con Gianfranco Rosi: i pellegrinaggi di papa Francesco “fuori dalle mura del Vaticano”
Gianfranco Rosi, per realizzare In viaggio (2022), ha seguito gli spostamenti del Pontefice per il mondo, mostrandone la vicinanza alle popolazioni più vulnerabili. “Il mio film – ci aveva raccontato il regista di Fuocoammare – ritrae il Papa fuori dalle mura del Vaticano, in viaggio, e ci porta nei meandri più nascosti della terra. Viene fuori il ritratto molto forte di quello che è il mondo, ora in caduta libera. Realizzare il doc è stata una sfida avvincente, ho lavorato con materiale di archivio e mi sono trovato ad essere spettatore piuttosto che montare il film con scene girate da me. Altra sfida è stata costruire un finale per un film in divenire, destinato a rimanere aperto”.
Anche il cinema di finzione ha colto la potenza drammatica della figura di Papa Francesco. Chiamatemi Francesco – Il Papa della gente lo firma nel 2015, Daniele Luchetti. E’ diventata anche una serie in quattro parti. E’ il racconto del percorso che ha portato Jorge Bergoglio, figlio di una famiglia di immigrati italiani a Buenos Aires, alla guida della Chiesa Cattolica. Un viaggio umano e spirituale durato più di mezzo secolo, sullo sfondo di un paese – l’Argentina – che ha vissuto momenti storici controversi, fino all’elezione al soglio pontificio nel 2013. La gioventù da ragazzo peronista, con una fidanzata, gli amici. La vocazione, l’ingresso nel rigoroso ordine dei Gesuiti.
Durante la terribile dittatura militare di Videla, Bergoglio viene nominato Padre Provinciale dei Gesuiti per l’Argentina. Questa responsabilità in un momento così tetro metterà alla prova, nel modo più drammatico, la fede e il coraggio del futuro Papa. Divenuto Arcivescovo di Buenos Aires continuerà la sua opera di aiuto agli abitanti delle periferie, difendendoli dalle sopraffazioni del potere e promuovendone la crescita individuale e collettiva.
Restando nella finzione, è un film accattivante I due papi (2019), diretto da Fernando Meirelles, vede protagonisti Anthony Hopkins e Jonathan Pryce, rispettivamente nei panni di Papa Benedetto XVI e del Cardinale Jorge Mario Bergoglio, futuro Papa Francesco. Mairelles esplora il rapporto tra due uomini profondamente diversi, ma legati da un momento storico di transizione.
Storie di una generazione – con Papa Francesco (2021) è una serie in quattro parti di Netflix, è divisa quattro temi – amore, sogno, lotta e lavoro – che diverse persone di età pari o superiore a 70 anni parlano di ciò che ciascuno di essi significa per loro. Oltre ad alcuni dei migliori detti di Francesco sull’invecchiamento e la cura degli anziani, ci sono le intuizioni di Martin Scorsese (intervistato da sua figlia Francesca), Jane Goodall e persone comuni di molti paesi e culture.
L’ultimo progetto cinematografico sulla vita di Jorge Mario Bergoglio deve ancora uscire. E’ tratto dalla sua autobiografia Life. La mia storia nella Storia. A produrlo la Lucky Red di Andrea Occhipinti.
Il papa si era detto ” molto contento per la bella iniziativa. Il linguaggio del cinema, che è una vera forma di poesia, può aiutare a riflettere con maggiore immediatezza su molte tematiche e, nel caso di quest’opera, potrà contribuire certamente a porre l’attenzione sul tema del ricordo e della memoria, molto importante soprattutto in questi tempi di guerra. Da bambino, grazie alla mamma e al papà, mi sono avvicinato al mondo della cinematografia e ho trovato, in alcuni film, delle vere catechesi d’umanità. Sono perciò grato a chi lavorerà a questo progetto, perché farà un’opera di evangelizzazione”. Nel libro – pubblicato in Italia da HarperCollins a marzo 2024 – il Pontefice racconta con l’aiuto di Fabio Marchese Ragona, la storia della sua esistenza attraverso gli eventi che hanno segnato l’umanità – dallo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939 quando lui aveva quasi 3 anni, fino ai giorni nostri.
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