Il “Frankenstein” di Guillermo del Toro, con Jacob Elordi e Oscar Isaac a Venezia. Poi su Netflix

La sua passione per le creature difformi, per gli esseri di una bellezza non convenzionale, per le storie che affondano le radici tra il mito e la leggenda popolare lo hanno fatto rincorrere la storia del mostro per eccellenza per anni. Il regista messicano tre volte premio Oscar Guillermo del Toro ha coronato il sogno che inseguiva da venticinque anni con Frankenstein, il film targato Netflix che sarà presentato alla Mostra del cinema di Venezia.

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“Frankenstein” di Guillermo del Toro con Oscar Isaac e Jacob Elordi, il teaser

“Dicono che io ne sia ossessionato – aveva detto con autoironia del Toro alcuni mesi fa durante una diretta Netflix mostrando i mille pupazzi, costumi, oggetti di scena tutti dedicati al mostro per antonomasia che conserva nel suo studio – È da quando ero bambino che sono attratto da questa storia, questo personaggio è diventato autobiografico. Non vedo l’ora di mostrarvelo in autunno”.

La storia è quella del romanzo del 1818 di Mary Shelley, Frankenstein o il moderno Promoteo, protagonista è uno scienziato Dr. Viktor Frankenstein (interpretato da Oscar Isaac) che dopo lunghi studi ed esperimenti riesce ad assemblare un essere umano (Jacob Elordi) che risulta però ripugnante alla società e di difficile controllo, tanto che la sua rabbia e violenza portano alla morte della moglie dello scienziato Elizabeth (Mia Goth). “Avevo deciso che la memoria dei miei orrori sarebbe morta con me – dice il dottor Frankenstein nelle prime immagini del film – parte di ciò che vi racconterò sono fatti, parte no ma è tutto vero. Ebbi una visione, un’idea prese forma nella mia mente, inevitabile, ineludibile finché non divenne realtà. Cercando la vita, ho trovato la morte”.

E se per realizzare questo film il regista di Il labirinto del fauno e La forma dell’acqua ha impiegato un quarto di secolo in realtà è da molto prima che è ossessionato da questa storia. “Questo è stato, per me, il culmine di un viaggio che ha occupato gran parte della mia vita – ha detto del Toro nell’evento con il pubblico di Netflix – Ho letto per la prima volta Frankenstein di Mary Shelley da bambino e ho visto l’interpretazione di Boris Karloff in quello che è diventato per me uno stato quasi religioso. I mostri sono diventati il mio credo personale. Esplorare il rapporto tra umanità e mostri, creatore e creazione, padre e figlio ha riempito le mie storie più e più volte. Volevo realizzare questo film prima ancora di avere una macchina da presa, e ci sto lavorando attivamente da 25 anni”.

Completano il cast Felix Kammerer (Niente di nuovo sul fronte occidentale), Lars Mikkelsen (The Witcher, Ahsoka), David Bradley (Pinocchio di Guillermo del Toro, i film di Harry Potter in cui era Argus Gazza), Christian Convery (Sweet Tooth), con Charles Dance (Il Trono di Spade) e Christoph Waltz (Bastardi senza gloria, Django Unchained).

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Il film, prima di arrivare a novembre sulla piattaforma, sarà presentato alla Mostra del cinema dove La forma dell’acqua (il suo ultimo film live action prima di Pinocchio) ha vinto il Leone d’oro nel 2017 primo passo di un viaggio che lo ha portato a vincere l’Oscar. Quel film con Sally Hawkins aveva al centro una storia di mostri e una storia d’amore, quella tra una donna delle pulizie muta fin dalla nascita e un uomo-pesce, divinità per il popolo amazzonico e mostro da sfruttare per il governo americano della Guerra fredda.

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