Il lunedì del cinema, online il 10 febbraio Following, l’esordio alla regia di Nolan che omaggia la tradizione noir
Following, esordio nel lungometraggio di Christopher Nolan, contribuisce fin da subito a tracciare le linee di forza della poetica di uno dei maggiori autori contemporanei.
Girato in bianconero in 16mm e con l’esiguo budget di seimila dollari, il film è anzitutto un omaggio alla grande tradizione del noir classico, di cui riprende temi e figure archetipiche immergendole però in una struttura che anticipa i grandi rompicapi che, dal successivo Memento fino a Inception e Tenet, segneranno indelebilmente la filmografia del regista.
Al centro della vicenda c’è un aspirante scrittore, interpretato da Jeremy Theobald, che, in cerca d’ispirazione, comincia a pedinare sconosciuti per le strade di Londra. I suoi vagabondaggi metropolitani lo portano a incrociare Cobb (Alex Haw), un ladruncolo dal carattere manipolatorio che lo introduce al mondo del crimine sovvertendogli per sempre l’esistenza.
Quella che inizialmente sembra essere una relazione simbiotica, tuttavia, si rivela presto una trappola intricata, piena di tradimenti, doppi giochi e segreti, che – come vuole la prassi del genere – coinvolgerà anche una donna affascinante e misteriosa (Lucy Russell).
L’aspetto più affascinante del film risiede inevitabilmente nella sua peculiare costruzione narrativa, non immemore della lezione di alcuni capisaldi del passato più remoto (Rapina a mano armata di Kubrick) e recente (Pulp Fiction di Tarantino). La storia è infatti esposta attraverso una cronologia frammentata che mescola presente, passato e futuro, costringendo lo spettatore a mettere insieme i pezzi di un puzzle intricato e complesso, prefigurando così l’ossessione nolaniana per le strutture labirintiche incentrare sul Tempo e sulla percezione della realtà.
Fondamentale alla riuscita dell’insieme è la capacità del regista di descrivere un’atmosfera urbana, fredda e alienante, che sembra già prefigurare il decadentismo gelido e spersonalizzante della Gotham City della trilogia del Cavaliere Oscuro (e, curiosamente, un adesivo col logo di Batman campeggia proprio nell’appartamento del protagonista).
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In questo modo, a essere enfatizzato è il senso di ambiguità morale e psicologica di personaggi e ambienti: ogni dettaglio, dal ricorso all’illuminazione naturale (la fotografia è dello stesso regista) ai grandangoli che accentuano la cappa opprimente proveniente dai vicoli stretti della città, contribuisce a costruire un clima decisamente claustrofobico.
Ricco di suspense, capace di mantenere un ritmo serrato per i soli 69 minuti di durata alternando momenti di quiete a improvvisi picchi di pathos e tensione, Following è un una tappa imprescindibile non solo per chiunque voglia scoprire le radici di un talento destinato a riscrivere le coordinate dell’industria cinematografica contemporanea ma anche per chi è alla ricerca di riflessioni non banali sull’identità e le dinamiche del potere e del controllo. Uno degli assi portanti dell’opera del futuro premio Oscar per Oppenheimer.
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