Il Lunedì del Cinema: online il 26 maggio ‘Io non sono qui’ di Todd Haynes, il genio di Bob Dylan in sei identità

Dai primi accordi suonati al cospetto dell’idolo Woody Guthrie negli anni Sessanta al Nobel per la Letteratura del 2016, la storia di Robert Allen Zimmerman, in arte Bob Dylan, è un alternarsi di contraddizioni, cadute e rinascite, armonie e contrasti.

In un gioco sfumato di verità e finzione, un alone di mistero avvolge la figura dell’artista, rendendo quasi inafferrabile la sua reale identità.

E così nel 2007 Todd Haynes – all’epoca già regista del dramma con Julianne Moore Lontano dal paradiso (2002) – decide di portare sullo schermo una biografia anomala del cantautore statunitense, costruendo la narrazione proprio attorno al carattere multiforme e sfuggente che da sempre ne contraddistingue l’immagine pubblica.

Haynes sceglie quindi sei grandi attori per interpretare sei versioni differenti del musicista, ciascuna espressione metaforica e visionaria di altrettante fasi della sua parabola personale e artistica.

Marcus Carl Franklin è il piccolo Woody Guthrie: il personaggio si riferisce alla passione giovanile di Dylan per la musica del leggendario cantante folk. Al contempo, Woody è simbolo delle avventurose biografie inventate dallo stesso Dylan sul suo passato.

C’è poi Christian Bale nei panni di Jack Rollins, rappresentazione del Dylan acustico autore di canzoni di protesta del periodo di The Freewheelin’ Bob Dylan e The Times They Are a-Changin’. Jack si tramuterà nel pastore John, espressione della fervente conversione al Cristianesimo, quando l’artista incise gli album Slow Train Coming, Saved e Shot of Love. Robbie Clark (Heath Ledger) è invece l’alter ego cinematografico di Rollins, nonché incarnazione del Dylan di Blood on the Tracks, durante gli anni del divorzio dalla prima moglie Sara Lownds.

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Nel cast anche Richard Gere nei panni di Billy the Kid, omaggio al western di Sam Peckinpah Pat Garrett e Billy the Kid e richiamo alle descrizioni che il cantante diede di sé stesso come di un emarginato fuorilegge. Ben Whishaw nel ruolo di Arthur Rimbaud, invece, rappresenta l’animo poetico dell’artista.

Ma la vera star del lungometraggio è Cate Blanchett, qui Jude Quinn “l’elettrico” ? figura visionaria dedicata agli anni in cui il celebre musicista intraprese la controversa svolta rock. L’interpretazione valse a Blanchett una Coppa Volpi e un Golden Globe, nonché una candidatura all’Oscar come Migliore Attrice.

Al momento dell’uscita unico film sulla sua vita mai approvato da Bob Dylan, Io non sono qui ripercorre la carriera dell’artista attraverso una narrazione non convenzionale, simbolica e imprevedibile.

Tra le varie fasi della parabola del protagonista (o dei protagonisti) esistono connessioni e sovrapposizioni, evidenti e nascoste, in un racconto ciclico e fuori dal tempo, in cui le vicende dei diversi Dylan si scontrano e si incontrano.

La colonna sonora diviene parte integrante di questo progetto narrativo: alle canzoni di Bob Dylan ? e dunque al cantautore stesso ? viene affidato il compito di raccontare la storia rappresentata, in una sorta di biografia surrealista per musica e immagini.

Lunedì del Cinema è un’iniziativa a cura di Repubblica e MYmovies per il cinema di qualità in streaming. Una sala cinematografica virtuale pronta ad accogliere gli iscritti di MYmovies con una selezione ricercata di titoli da vedere (o rivedere) insieme dalle 20:00 a mezzanotte.

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