Il ritorno di Anastasio: “Non sono sparito, mi sono preso i miei tempi”

Era “musicalmente” sparito. Negli ultimi tre anni, dopo l’uscita dell’album Mielemedicina del 2022, si erano perse le tracce di Anastasio, nome d’arte di Marco Anastasio, rapper e cantautore, diventato famoso per la sua vittoria alla dodicesima edizione di X Factor nel 2018. Un’era geologica per la discografia, un tempo lungo nel mondo di tutti i giorni per laurearsi, per vivere, per semplicemente tirarsi fuori dal frullatore. “Esserci sempre è un danno – racconta l’artista 27enne di Meta di Sorrento, comune della città metropolitana di Napoli, che è tornato per presentare il suo nuovo album di inediti – è naturale che uno possa non apparire per tre anni, che un artista si prenda i suoi tempi. Una canzone facile è un delitto, un tradimento all’arte per compiacere il pubblico. Un’opera non dovrebbe essere mai facile perché ciò che è facile lo sanno fare tutti”. Dopo la vittoria a X Factor, Anastasio ha pubblicato il suo primo album Atto zero (2019), che contiene sia tracce intense come Pesto che pezzi più riflessivi come Canzone contro la paura.

Il pensiero va subito ad altri suoi giovani colleghi, come Sangiovanni o Angelina Mango che hanno messo la loro carriera in pausa. “Hanno fatto benissimo – racconta Anastasio – come loro sono uscito da un talent e ho avuto un successo istantaneo, pericoloso per la tenuta mentale. Oggi sono più maturo e ho fatto pace con tutto quello che considero ‘esperienza’, ma come loro ho vissuto il tritacarne, l’essere sballottato ovunque: non avevo i mezzi e la consapevolezza per gestire questo vortice. Ora sono tornato. Ma non ero sparito: il concetto di sparizione mi infastidisce. Avevo solo bisogno di tempo per scrivere quello che dovevo scrivere”.

E quello che doveva scrivere è Le macchine non possono pregare: “Un album semplice, ma non facile. Anzi, complesso”. È il terzo della sua carriera, ma il primo senza una major alle spalle (è pubblicato da Woodworm). “Di certo è un disco molto più libero, e da una parte è stato il più facile, perché mi sono divertito come mai prima; dall’altra è anche il più difficile, perché è stata più ardua la sfida. È una storia, un’epopea, un’opera rap. Con un inizio e una fine, un racconto che si sviluppa in capitoli, ovvero i brani dell’album, e in una progressione temporale. C’è un’evoluzione del personaggio. Un lavoro molto stimolante: il risultato è quasi una drammaturgia. Spero sia avvincente. C’è la rivolta personale, la rivolta contro sé stessi la rivolta contro la società. La rivolta contro la storia. La rivolta armata. C’è qualsiasi cosa”.

Un racconto così tangibile che Le macchine non possono pregare non sarà solo un disco, ma farà parte di un progetto più ampio che comprenderà anche una graphic novel pubblicata da Edizioni BD (dal 9 maggio in libreria). Ma Anastasio non pensa di fermarsi qui: “Mi piacerebbe portarlo anche a teatro, ci sto lavorando. Non so se sarò la voce narrante, di certo sarò il protagonista – anticipa – quando mi è stata chiara la storia, ho capito che aveva un potenziale crossmediale. Un lavoro in cui ho ritrovato una libertà totale. Dall’esterno ho avuto zero pressioni, quelle non aiutano mai, almeno non aiutano me, non dovevo dare conto a nessuno. Ho scritto tutto da solo e poi il resto, dalla produzione al management, è venuto dopo, a prodotto finito. Con l’album in mano ho costruito la squadra intorno a me”.

Anastasio riflette anche sull’evoluzione del rap, che a suo avviso sta “stranamente maturando”, uscendo da una perenne adolescenza per affrontare temi più maturi. “Ci sono poi le nuovissime generazioni di rapper che trovo molto interessanti. Portano freschezza e un nuovo approccio – e aggiunge – spesso mi viene chiesto cosa ne penso del genere, soprattutto perché in certi ambienti viene etichettato come dannoso e diseducativo. Il mio scopo, almeno per quanto mi riguarda, non è educare o diseducare. Se la mia musica ha un impatto positivo ne sono felice, ma sono anche pronto ad accettare il rischio di eventuali effetti negativi. Non è questo, comunque, il criterio che guida la mia scrittura”.

E nel mirino finisce il mondo discografico: “Scienziati e ragionieri, in cui metto anche gli artisti stessi, che stanno lì a misurare la lunghezza di un brano o a decidere quanto può essere capito o no. Ormai c’è un modello unico per costruire una canzone: una intro corta, sempre più corta, poi la strofa il ritornello, la strofa, lo special e il ritornello. Si sa che funziona perché abbiamo a che fare con un ascoltatore distratto. Ma io non credo che sia l’unico ascoltatore che esista. È un insulto alla mia intelligenza e a quella dell’ascoltatore. Venire troppo incontro a chi ascolta diventa un guaio: abbassa il livello della musica”. Lui, rapper e cantautore (“ma le definizioni vanno oltre il mezzo, io sono un ibrido”), rivendica “canzoni storte”.

“Non sono capace di fare musica di sottofondo – racconta – all’inizio del mio percorso c’è stato un errore di fondo. Sono passato da X Factor, dalla porta principale del pop, e poi dal Festival di Sanremo, e questo ha generato malintesi: non mi interessa il mezzo, ma mi sono sentito un imbucato perché non sono un cavallo di razza popstar. Non appartengo al mondo pop, e se all’inizio ho cercato un compromesso, seppure declinato alla mia maniera, questo mi ha limitato. Fare numeri pop era una pressione. Non ho paura di eclissarmi, come di apparire, se serve a dire quello che sono convinto di dire. Tornerei anche a Sanremo: il compromesso non è andare in questi posti, ma cambiare per andarci”.

L’album sarà disponibile da venerdì 11aprile in tutti gli store digitali e nei negozi tradizionali. Inoltre a partire dal 10 a Torino (alle ore 18 al Capodoglio Murazzi) prenderà il via l’instore tour che porterà Anastasio in giro per l’Italia per presentare il disco e suonare dal vivo alcuni brani. Questi i prossimi appuntamenti: 12 aprile Bergamo (Nxt Station, ore 17), 13 aprile Bologna (Locomotiv Club, ore 12), 13 aprile Perugia (Casa Roghers, ore 19), 14 aprile Cesena (Spazio Marte ore 17), 14 aprile Arezzo (Malpighi Hub, ore 21), 15 aprile Roma (Discoteca Laziale ore 18) e 16 aprile Padova (Amsterdam, ore 21).

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