In streaming su MYmovies “Del Colore e dell’Inchiostro”, il sorprendente ritratto di Chang Dai-chien, Il Picasso della Cina
Nel 1953 Chang Da-chen elabora un grande e raffinato disegno dal titolo “La Migrazione”. Solo l’anno prima l’artista cinese, insieme a una parte della sua numerosa famiglia, giunge a Mendoza, sotto le Ande in Argentina, dopo aver percorso un lungo viaggio partendo dalla Cina.
Un viaggio insieme ai figli che, nel doc Del Colore e dell’Inchiostro: Alla Ricerca di Chang Dai-chien, Il Picasso della Cina, raccontano l’avventura intrapresa partendo dalla Repubblica cinese nel 1959, passando per Hong Kong, approdando in Argentina, allora meta di immigranti, di chi cercava la pace.
Questa è solo la prima tappa di un lungo viaggio che durerà tutta la vita e che porterà il grande maestro al di la dei confini europei, fino ad arrivare negli Stati Uniti, in California. Un percorso quasi senza posa, seppur incalzato dalla profonda tranquillità che accompagna i gesti della pittura e le parole poetiche di Chang.
Montagne, acque che scorrono, radure verdi, barche che accompagnano da una sponda all’altra, sottili fili d’erba che prendono vita in isole che, a volte, vengono persino create proprio da Chang Da-chen, un viandante rigoroso che attraversa il mondo per cercare il giusto approdo per la sua arte.
Il “Giardino delle otto virtù” o il “Lago dei cinque padiglioni” sono esempi di territori plasmati da Chang, dove una natura ordinata diviene il contesto per l’umano.
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In Europa il maestro cinese incontra anche Picasso, collega e punto di riferimento, con il quale si fa fotografare a Cannes, durante una mostra dell’artista spagnolo.
Sono diversi i contenuti di questo tracciato di vita denso e avventuroso. La regista e produttrice cinematografica Weimin Zhang attinge da materiali e documenti esistenti, riattivandoli attraverso uno sguardo curioso e rispettoso sulle tracce del maestro che ha portato la cultura orientale e un messaggio salvifico legato alla natura come soggetto primario in altre culture e contesti.
Insieme alla regista, diversi professionisti del settore dell’arte mostrano documenti di mostre realizzate da Chang Da-chen, dalla Francia, fino alla Cina, sottolineando un percorso artistico e spirituale che andava oltre la ricerca stilistica della pittura, del disegno e del pittogramma.
Un percorso, appunto, dove la natura unisce pensieri e popoli e fa riscoprire l’immaginario di un artista cinese la cui figura e l’opera va approfondita, insieme alla sua cultura ancora da analizzare.
Non si tratta solo di un percorso geografico dunque: la vita e il pensiero di Chang annunciano un emisfero di estetiche e narrazioni, quelle orientali, che risulta ancora poco conosciuto, forse lontano. Chang, infatti, ritorna in Cina, dove passa gli ultimi anni della sua vita.
Forse, dopo aver raccolto e assorbito esperienze, immaginari, incontri, nei più diversi paesi, l’approdo giusto era quello di casa?
Anche i figli si interrogano su questo destino… dopo aver vissuto le bellezze poetiche attraverso gli occhi del padre, accompagnate da discriminazioni, ostacoli ed episodi fortificanti.
C’è un’opera molto simbolica che ritrae una piccola barca nel mare, sembra rappresentare l’inizio e la fine di un percorso in cui Chang Da-chen è un viaggiatore coraggioso e un pensatore raffinato. Lo dimostrano le tracce lasciate nel mondo dell’arte e nei racconti che si perpetueranno nel tempo, insieme al suo messaggio di libertà e di armonia.
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