Jesto, è morto a 40 anni il rapper figlio di Stefano Rosso
E’ morto il rapper romano Jesto. Justin Rossi Yamanouchi, questo il suo nome all’anagrafe, avrebbe compiuto 41 anni il prossimo 25 novembre. Era il figlio del cantautore Stefano Rosso (vero nome Stefano Rossi) scomparso nel 2008 a soli 59 anni. Al padre, Jesto aveva dedicato l’album del 2018 Buongiorno Italia, “perché c’è una contaminazione e una fusione di stili che lo ricordano, sia nel sound con la chitarra portante in ogni pezzo – aveva detto a Repubblica – cosa che non avevo mai fatto e abbastanza nuova per il rap, sia nei testi che fanno pensare molto ai suoi pezzi, alla sua attitudine, a quell’ironia mista a malinconia che non sai mai se scherza o se invece è serio, se c’è da piangere o da ridere”. A dare la notizia della scomparsa è stato il fratello maggiore dell’artista, Hyst, con un post su Instagram. Le cause della morte non sono ancora state rivelate.
“Nella notte del 31 di luglio ci lascia Justin Jesto Rossi Yamanouchi. Astro del rap italiano e uomo di immensa levatura spirituale. Non si dica che lascia il vuoto, perché non è così”. Al contrario “lascia un’eredità di valore incalcolabile e uno slancio all’elevazione morale e spirituale che le anime affini sapranno cogliere e sfruttare”.
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I funerali “si terranno martedì 5 agosto alle 11 nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. L’ingresso alla chiesa sarà consentito solo a parenti e intimi, gli intervenuti potranno salutarlo in piazza. Si richiede il rispetto assoluto”, scrive ancora il fratello, che conclude: “Ora e per sempre ‘È JESTO!’. Nella stessa chiesa, il 18 settembre del 2008, vennero celebrati i funerali del padre, il cantautore Stefano Rosso, popolare tra la fine degli anni 70 e la metà degli anni 80 per brani come Una storia disonesta, Letto 26, E allora senti cosa fo, Due amici una chitarra e uno spinello.
Addio a Stefano Rosso
Tra i colleghi che ricordano Jesto c’è Fedez, che su Instagram scrive: “Quattordici anni fa partecipavo al mio primo 2thebeat in cui gareggiava anche Jesto. Vederlo fare freestyle mi fece capire cosa significasse avere carisma sul palco. Un punto di riferimento per il movimento, in un’epoca in cui si rappava solo per la fotta e la passione. Riposa in pace leggenda del rap (quello vero)”.
Tanti i commenti sotto al post di Hyst, da Ghemon a Olly, da Shade a Mecna fino a Tormento, Willie Peyote, Frah Quintale, Fred De Palma e Piotta, che scrive: “Un genio assoluto Justin. Avanti anni luce”.
Justin Yamanouchi, classe 1984, nato a Roma, era il figlio dell’annunciatrice Rai Teresa Piazza e del cantautore Stefano Rosso. Eredita il cognome giapponese dall’attore Haruhiko Yamanouchi, all’epoca marito della madre. Nel 2003, a soli vent’anni, pubblica il suo primo ep, Coming soon. L’anno seguente si fa notare per le sue spiccate abilità nel freestyle, vincendo la sezione emergenti del concorso Da Bomb. Esce il suo primo progetto ufficiale, Il mio primo e ultimo disco, pubblicato dall’etichetta La grande onda di Piotta. Nel 2004 partecipa al contest 2theBeat ma viene eliminato al primo turno. Nel 2006 raggiunge la finale a quattro, classificandosi terzo dopo essere stato il secondo a uscire. Durante l’estate dello stesso anno, pubblica il mixtape Radio Jesto Libero Vol. 1, nel 2008 esce Estremo, il suo secondo album in studio.
Dopo Buongiorno Italia, uscito nel 2018 e dedicato al padre, nel 2019 torna con il disco IndieJesto: “E’ il primo disco d’amore”, aveva dichiarato Jesto in una nota nel giorno dell’annuncio dell’uscita, a cui fanno seguito Samsara (2022), Ricordo il futuro (2023) e Samsara (Relaoaded) (2023). Dalla scena underground agli album hip hop al passaggio al cantautorato contemporaneo, Jesto ha saputo ridefinire il suo stile e la sua poetica, dialogando con eredità familiari e contesto sociale.
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