Kevin Costner, 70 anni da divo tra Al Capone e il West
Se qualcuno di voi, una quarantina di anni fa, ha fatto una vacanza a Los Angeles, e partecipato a uno di quei tour in cui ti portano a vedere le case dei divi, potrebbe essere salito su un bus guidato da Kevin Costner. Cioè da un perfetto sconosciuto, perché questo era il suo lavoro prima di diventare, lui stesso, una star di Hollywood. Oltre quarant’anni di carriera e un compleanno importante da festeggiare: oggi, 18 gennaio, Costner compie 70 anni.
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Kevin Costner: ballo ancora coi lupi
Classe 1955, all’anagrafe Kevin Michael Costner da Lynwood, contea di Los Angeles, attore, regista, produttore cinematografico, musicista, a tutti gli effetti una istituzione di Hollywood. Gli inizi negli anni 80 con Night Shift – Turno di notte, Tavolo per cinque, Fandango e Gli intoccabili, ed è proprio grazie al film di Brian De Palma che Costner acquisisce grande popolarità, grazie all’interpretazione dell’agente speciale incaricato di inseguire e fermare Al Capone (Robert De Niro), con un inseguimento che ha fatto la storia del cinema.
La consacrazione arriva con il debutto alla regia in Balla coi lupi, 7 Oscar tra cui Miglior film e Miglior regia; del kolossal è anche protagonista nel ruolo di un ufficiale di cavalleria di frontiera che instaura un legame speciale con il popolo Lakota Sioux. Poi, come dimenticare il romanticissimo The bodyguard, in cui interpreta la guardia del corpo della superstar Whitney Houston minacciata da uno stalker.
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Non importa quante volte verrà riproposto sul piccolo schermo e non importa se si conoscono le battute a memoria: tutti lo (ri)guarderanno come se fosse una prima visione.
Tra i suoi film più popolari ci sono anche Robin Hood – per cui riceve il primo dei suoi tre Razzie Award, il riconoscimento ironico che stabilisce il peggior attore cinematografico dell’anno – e JFK – Un caso ancora aperto di Oliver Stone che gli affida il ruolo del procuratore distrettuale di New Orleans che indaga sull’omicidio di Kennedy. Costner non è stata la prima scelta. Inizialmente il ruolo era stato proposto a Harrison Ford, che lo rifiutò. Con Waterworld – Mondo sommerso la carriera di Kevin Costner inizia una fase calante, che prosegue con il rifiuto di due ruoli – il colonnello James Dolittle in Pearl Harbor e Bill nei due capitoli di Kill Bill di Quentin Tarantino – e finisce con la decisione di buttarsi nella musica, tra le sue più grandi passioni (insieme al baseball e al golf: qualche volta ha condiviso il prato con l’ex presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan), fondando la band Kevin Costner & Modern West.
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Infine arriva Horizon: an american saga con cui ha tentato il tutto per tutto, investendo i suoi soldi e la sua proprietà. Un’epopea western ambientata nei quattro anni della Guerra civile, dal 1861 al 1865, che porta il pubblico in un viaggio in un Paese in guerra con se stesso, attraverso la lente di famiglie, amici e nemici che cercano di scoprire cosa significa veramente essere gli Stati Uniti d’America. Il primo capitolo è stato presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes, il secondo alla Mostra del Cinema di Venezia. Non è stato un grande successo al box office ma, come ha detto Costner in una intervista di qualche anno fa, “i veri eroi sono gli uomini che cadono ma alla fine vincono perché sono rimasti fedeli ai loro ideali e agli impegni”. E infatti è al lavoro sul terzo capitolo, in fase di riprese. Mentre il quarto ed ultimo sarebbe già scritto e in attesa di essere girato.
La vita privata? Dal matrimonio con l’attrice Cindy Silva, sua compagna al college, sono nati i tre figli (Annie, Lily e Joe), un’unione che sarebbe finita – si dice – a causa dell’infedeltà dell’attore. Dopo il divorzio, Costner ha avuto una breve relazione con la socialite Bridget Rooney, che gli ha dato un figlio, Liam. Nei primi anni 2000 ha sposato la modella Christine Baumgartner, dalla relazione sono nati Cayden, Hayes e Grace Avery. La coppia è arrivata al capolinea dopo molti anni.
E arrivato al traguardo dei 70 anni, può dirsi soddisfatto, nel bene e nel male: “Sono felice delle cose che ho fatto. Non sempre sono felice per i risultati, ma sono felice per le decisioni che ho preso, perché le ho prese io. E penso che sia un modo importante per affrontare la vita”.
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