“L’eternauta”, gli autori della serie: “Il Papa l’avrebbe apprezzata, nessuno si salva solo”

Per la prima volta il leggendario fumetto argentino L’eternauta esce dalla pagina per arrivare sullo schermo nell’omonima serie tv Netflix. Considerato un capolavoro mondiale, il fumetto scritto da Héctor Oesterheld, disegnato da Francisco Solano López e pubblicato a puntate tra il ‘57 e il ‘59 viene considerato una sorta di anticipazione del golpe di Videla del 1976.

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Dà i brividi il fatto che lo stadio Monumental di Buenos Aires, nel fumetto luogo di resistenza all’invasione aliena, divenne poi il posto dove furono concentrati i prigionieri politici del regime di cui lo stesso Oesterheld fu vittima, desaparecido nel ’78. La serie è un thriller distopico che racconta di una nevicata mortale che stermina la maggior parte della popolazione e intrappola tutti gli altri nelle loro case, perché se si viene a contatto anche solo con un fiocco di quella strana neve fosforescente si muore.

Gli autori Ariel Saltari e Bruno Stagnaro – quest’ultimo ha letto il fumetto la prima volta a dieci anni e ne è rimasto stregato – hanno scelto di ambientare la storia nell’Argentina di oggi, con la crisi economica, le proteste con le pentole (“cacerolazos”), l’emergenza sociale causata dalla disparità economica. “La prima decisione che abbiamo preso nel processo di adattamento è stato quello di renderla attuale – racconta da Buenos Aires Saltari, che è anche regista della serie – siamo convinti che sia nello spirito del fumetto e del suo autore. Se l’avessimo ambientata negli anni in cui è stata scritta sarebbe stata una serie d’epoca, mentre siamo convinti che l’autore volesse che la sua opera convivesse con il tempo presente, che si mescolasse con la realtà del lettore”.

Così una semplice partita a carte tra amici, in uno scantinato trasformato in laboratorio, si trasforma nel primo atto di una epopea di sopravvivenza che ha per protagonista Juan Salvo (Ricardo Darín, il magistrato di Argentina, 1985 e protagonista de Il segreto dei suoi occhi): toccherà a lui trovare il modo di uscire dalla tana per andare in cerca della figlia adolescente Clara di cui non ha notizie.

“Due sono i principali cambiamenti rispetto al fumetto – dice Stagnaro – intanto abbiamo fatto in modo che tutti i dispositivi, i cellulari, internet fossero fuori uso per poter recuperare lo spirito di isolamento della storia originale. E poi abbiamo fatto delle modifiche rispetto al rapporto del protagonista con le armi. Nel fumetto l’Eternauta era un riservista, a disposizione dell’esercito, che sapeva maneggiare bene i mitra nel fronteggiare l’invasione aliena. Invece il nostro Juan lo abbiamo trasformato in un ex combattente alle Malvinas (le isole Falkland, territorio del Regno Unito rivendicato dall’Argentina, ndr). Volevamo recuperare una parte della nostra storia, della nostra identità, perché dalla prospettiva degli argentini alle isole Malvinas ci trovavamo a combattere contro un invasore, mentre nella finzione l’invasione è extraterrestre”.

La fama del fumetto è dovuta anche al tragico destino del suo autore Oesterheld, non un attivista come lo erano le sue quattro figlie, tutte uccise dal regime, ma un artista che non aveva mai nascosto le sue opinioni politiche. “Noi ci siamo rifatti alla storia originale, scritta vent’anni prima del golpe – dice Stagnaro – del resto anche nel ’57, all’epoca della prima pubblicazione dell’Eternauta, in Argentina c’era una dittatura. In qualche modo tutto questo è implicito nel nostro racconto, che si propone di essere come quella buona fantascienza che anche se parla di mondi lontani offre sempre la possibilità di una lettura politica”.

Non manca un pensiero per Papa Francesco: “Credo che gli sarebbe piaciuto L’eternauta perché contiene il messaggio che nessuno si salva da solo e rivendica l’importanza della giustizia sociale – dice lo sceneggiatore e attore Ariel Saltari, che si definisce cattolico senza fanatismo – La sua morte mi ha molto colpito, per noi argentini è stata una figura di riferimento importante e ha rappresentato una svolta anche per la Chiesa cattolica con il suo approccio umanista alla religione”.

Il regista poi aggiunge: “Immagino che le reazioni saranno molto polarizzate in Argentina, come ormai avviene praticamente con tutto viviamo un tempo in cui se cade una foglia da un albero troverai persone acerrimamente contrarie e acerrimamente favorevoli. Secondo me succederà lo stesso con la nostra serie: qualcuno la vedrà dalla sua trincea politica e ideologica e questo è un peccato perché restringe molto la propria libertà di visione”.

L’eternauta è la produzione più grande mai realizzata in Argentina: due anni di sviluppo, 148 giorni di riprese a Buenos Aires, 2900 tra attori e comparse e un anno e mezzo di postproduzione, si spera in una seconda stagione dopo i primi sei episodi. “Noi speriamo che il pubblico argentino provi orgoglio per questo progetto realizzato interamente nel nostro Paese – dice Saltari – e che vuole essere un biglietto da visita per l’Argentina nel mondo”.

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