Madalina Ghenea, al processo della sua stalker: “Mi sconvolge che sia una donna”

Madalina Ghenea parla al termine dell’udienza preliminare in cui lei e la madre sono state ammesse come parti civili dal gup di Milano, Roberto Crepaldi, a carico di una connazionale di 45 anni, imputata per stalking. Dopo aver raccontato di aver dovuto cambiare le sue abitudini quotidiane per paura oggi, l’attrice e modella di orgini romene, spiega: “Quello che vorrei tanto è contribuire a un cambiamento sui social, perché questo ricevere continue minacce anche di morte e valanghe di insulti, sebbene viaggino nel mondo virtuale, è come se qualcuno bussasse alla tua porta ed ed entrasse in casa e ogni giorno ti dice che devi morire. Non è normale vivere così”. E poi rimarca: “Oggi è la prima volta che la incontro, non sapevo se stessi denunciando una donna o un uomo e mi sconvolge il fatto che si tratti di una donna perché fra noi donne, sono anche mamma, il supporto ci deve essere. Spero che questa mia lotta porti a qualcosa di buono”.

Madalina Ghenea: “Perseguitata da una stalker, costretta a cambiare vita”

Assistita dall’avvocato Michele Morenghi, Ghenea racconta: “Non è stato piacevole, ho provato un vuoto nello stomaco, non mi ha nemmeno guardato in faccia. Aveva in parte il volto coperto da un cappello, gli occhiali, e la sciarpa in modo da non farsi riconoscere”. Eppure, fa notare, se fosse stata “innocente, e se davvero come lei ha detto, le hanno rubato le password dei suoi account per poi usare i suoi profili e che non era in grado di fare” quello per cui è accusata, “quanto meno avrebbe detto qualcosa, avrebbe chiesto scusa”. Mentre la madre racconta di aver “paura che le facciano del male”.

L’attrice – che ha fatto anche parte del cast di Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino – nel corso del tempo ha sporto più di una denuncia contro ignoti, aggiunge: “Non riesco a capire perché per così tanti anni mi sono stati mandati messaggi così pesanti (i primi risalirebbero al 2021, ndr). Perché contattare le persone con cui lavoro per capire dove sono, con chi sono? Ero in Messico e anche lì, la mia agente ha ricevuto messaggi”. Ora ribadisce che la sua “è una lotta contro queste molestie online, anche per le altre persone” prese di mira. Nel caso in cui dovessi ricevere un risarcimento lo devolverò in beneficienza”.

Intanto l’udienza è stata aggiornata al 28 gennaio per repliche e decisione se mandare o meno a processo la donna che ha sempre respinto le accuse sostenendo che le era stato rubato uno zaino con dentro anche un biglietto con le password dei suoi account.

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