“Manuale per signorine”, la risposta spagnola a “Bridgerton”. Amore e tradimento secondo la chaperon

La chaperon, parola francese che deriva da cappuccio, mantello, era la figura che un tempo accompagnava una giovane donna di ogni buona famiglia in tutte quelle occasioni in cui non ci poteva essere un famigliare. La dama di compagnia, per intenderci.

A questa figura sociale è dedicata la serie spagnola Manuale per signorine (Manual para señoritas), già definita la risposta spagnola a Bridgerton, che sta avendo un buon riscontro su Netflix e di cui è già stata confermata la seconda stagione. La firma Gema R. Neira, già autrice di Le ragazze del centralino, la serie dedicata alle centraliniste della Madrid degli anni Venti. Storie d’amore, un po’ di commedia, qualche colpo di scena, per un racconto leggero che intrattiene ma è anche spunto di riflessione sul lungo e accidentato percorso dell’emancipazione femminile.

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Dramma in costume ambientato nella Madrid del 1880, la serie ha tutte le caratteristiche della serialità “period” di ultima generazione: costumi accurati ma linguaggio moderno, colonna sonora che mescola brani moderni (da All by myself con citazione di Bridget Jones a I will always love you di Whitney Houston) con musica originale, contesto storico e sociale ricostruito con attenzione ma con un occhio alla contemporaneità. Anche nel cast di questa serie c’è un personaggio dalla pelle scura, un medico proveniente dalla Guinea spagnola che riprende lo sguardo multietnico di Bridgerton e compagni.

Protagonista è Elena Bianda, la dama di compagnia più richiesta della città, la migliore chaperon disponibile sul mercato matrimoniale. La interpreta Nadia de Santiago che era Marga delle Ragazze del centralino. Sebbene appena più matura delle giovani donne che ha accompagnato in società e che è riuscita a far accasare nel migliore dei modi, la signorina Bianda, ha il polso fermo e la capacità di conquistare la fiducia delle sue ragazze. La storia inizia quando entra nella casa delle tre sorelle Mencia: la maggiore Cristina che già frequenta un ragazzo di buona famiglia e sembra essere avviata alle nozze, la seconda Sara che in realtà non ha nessuna intenzione di sposarsi perché sogna di diventare medico (con tutte le complicazioni del caso) e infine la più piccola, Carlota, appassionata di storie macabre e perennemente vestita di nero. Anche quando il lutto per la loro mamma è finito. Perché sì le tre sorelle Mencia sono orfane di madre e Don Pedro non è in grado di gestire da solo i vari impegni in società delle figlie, ecco dunque arrivare Elena Bianda. Ma la stessa chaperon ha diversi trascorsi alle spalle, scheletri nell’armadio che spunteranno nei momenti più inopportuni.

Otto episodi come otto sono le lezioni del Manuale della perfetta chaperon, da “Proibito innamorarsi” a “Rendi felice la tua signorina”, per una serie che è già stata rinnovata per la seconda stagione. Per Gema R. Neira si tratta del primo lavoro in solitaria dopo una lunga collaborazione con Ramón Campos con cui aveva firmato Le ragazze del centralino. In comunque con quella saga in sei stagioni c’è lo sguardo al passato per comprendere il presente e la lente del progresso femminile. “Mentre sviluppavamo la storia ci siamo resi conto che nonostante ci siano stati molti avanzamenti per la condizione femminile negli anni, è ancora oggi più difficile per una donna rispetto a un uomo ottenere una posizione di dirigenza, esistono ancora sensi di colpa per le lavoratrici che hanno famiglia e soprattutto esistono ancora gli abusi sul luogo di lavoro – avevano riflettuto i due autori qualche anno fa – Questo è un momento fondamentale per l’emancipazione femminile dopo tanti anni di sessismo e le serie tv, come parte integrante della cultura, hanno una grossa responsabilità per aiutarci ad avanzare”. In fondo la chaperon Elena Bianda altro non è che una sorella maggiore delle centraliniste degli anni Venti, una lavoratrice pronta a tutto per mantenere il suo posto presso le più importanti famiglie della borghesia madrilena.

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