Maria Montessori – La nouvelle femme, online su MYmovies un ritratto umano e illuminante della celebre pedagogista italiana

“La donna nuova, come la farfalla che esce dalla crisalide, si libererà da tutti quegli attributi che una volta la resero desiderabile per l’uomo solo come fonte di benedizioni materiali dell’esistenza”. Così parlava Maria Montessori.

Ma le sue non erano solo parole: coraggiosa, determinata, inarrestabile, mise la propria libertà di donna sopra ogni cosa, rinunciando dolorosamente all’uomo che amava (e che infranse il loro patto di non matrimonio) e soprattutto al figlio che aveva avuto da lui, il piccolo Mario.

Se Maria avesse sposato Giuseppe Montesano e avesse tenuto e cresciuto il bambino, avrebbe dovuto dire addio alla sua carriera e non avrebbe mai perfezionato quel metodo educativo rivoluzionario che ha cambiato la storia e la pratica della pedagogia infantile.

La regista Léa Todorov individua nella rinuncia di Maria Montessori al proprio figlio (dato a balia ma sempre visitato, ogni volta che le era possibile) il punto di partenza di un percorso che ha portato al riconoscimento dei diritti dei bambini, tutti quanti, “idioti” e “normali”, per usare la terminologia in voga all’epoca dei fatti; ma anche lo spunto per un ritratto il più possibile umano di Montessori, che la coglie prima del successo mondiale, nel momento di massima difficoltà, quando le sue idee e il suo comportamento non fanno altro che porla in aspro conflitto con il mondo degli uomini, ancorati a un’idea retrograda ma dura a morire del ruolo della donna nella società.

La “nouvelle femme” che Montessori propugna nella sua omonima conferenza, lega invece indissolubilmente il cambiamento sociale al ruolo attivo della donna nella società e nella politica. La donna nuova deve aver diritto all’istruzione, al voto, a scegliere il suo mestiere e a decidere se avere figli o meno.

MYmovies ONE, il grande cinema d’autore in streaming. Ovunque, quando vuoi.

Per raccontare una donna tanto moderna per la sua epoca, Todorov inventa per lei una sorta di doppio, o, per usare un termine cinematografico, di negativo. Lili, cocotte parigina, è un modello di donna libera e potente a suo modo, ma legata a doppio filo al desiderio e allo sguardo maschile.

Se Maria vorrebbe tenere suo figlio ma non può, Lili può ma non vuole, perché si vergogna del ritardo fisico e cognitivo della figlia Tina e non è in grado di comunicare con lei. Se Lili insegna a Maria a dire “io”, a prendersi il merito, ad avere il coraggio di brillare, Maria insegna a Lili quale enorme differenza può fare, anche per i bambini cosiddetti “frenastenici”, il diritto all’educazione, la loro collocazione al centro di un ambiente che restituisca loro la dignità e li metta in condizioni di apprendere e sentirsi compresi nelle loro peculiarità e necessità.

Il film di Todorov ingloba nella forma questi contenuti, mettendo coerentemente in scena un gruppo di bambini con bisogni speciali, normalmente esclusi dall’esperienza produttiva del cinema, al centro del quale spicca la meravigliosa interprete di Tina, Rafaelle Sonne-Ville-Caby.

“Per lavorare con loro, era soprattutto necessario conoscerli molto bene, sapere cosa potevano fare in una determinata scena, quale sequenza sarebbe stata piu? adatta a loro…” In questa dichiarazione della regista si legge chiaramente l’adesione all’idea montessoriana per cui il bambino non è un numero in un gruppo da tenere semplicemente a bada, ma un singolo individuo, che va innanzitutto conosciuto e rispettato nella sua singolarità.

Per i personaggi principali, invece, il film ricorre a due interpreti note quali Leila Bekhti e Jasmine Trinca: la loro esperienza permette alla prima di strappare il personaggio di Lili da una connotazione puramente negativa e alla seconda di restituire al personaggio di Maria Montessori, spesso duro con gli altri e con se stesso, una dolcezza che ce l’avvicina.

Condividi questo contenuto: