Morto Mark Peploe, sceneggiatore Oscar cognato di Bernardo Bertolucci
Il regista e sceneggiatore britannico Mark Peploe, vincitore dell’Oscar per la sceneggiatura del film L’ultimo imperatore del 1987, capolavoro diretto dal cognato Bernardo Bertolucci, è morto nella sua casa di Firenze all’età di 82 anni dopo una lunga malattia. A dare notizia della sua scomparsa, avvenuta mercoledì 18 giugno, è stata la famiglia con una comunicazione al quotidiano londinese The Guardian. I funerali si sono svolti venerdì 20 giugno nella chiesa fiorentina di San Francesco di Paola. Lascia la compagna Alina Payne, storica dell’arte, una figlia, Lola, avuta dalla costumista Louise Stjernsward. Con la sorella Clare Peploe, anche lei regista e sceneggiatrice, scomparsa nel 2021, e moglie di Bernardo Bertolucci dal 1979, aveva condiviso la scrittura di Alta stagione (1987).
Nato a Nairobi il 3 marzo 1943 da una famiglia cosmopolita e profondamente legata all’arte, la madre pittrice, il padre mercante d’arte, il nonno Samuel John Peploe, pittore scozzese, Mark crebbe tra l’Inghilterra e l’Italia, per poi formarsi a Oxford. Dopo un inizio nel mondo dei documentari passò alla sceneggiatura spinto dal desiderio di maggiore controllo creativo: “Fu un’illusione”, avrebbe poi detto con ironia, “ma ci ho creduto allora”. Dopo aver collaborato a Il pifferaio di Hamelin (1972) di Jacques Demy (1972), il suo primo importante successo arrivò con la sceneggiatura nel 1975 di Professione: reporter diretto da Michelangelo Antonioni e interpretato da Jack Nicholson. Il film, inizialmente dal destino travagliato, è oggi considerato un classico del cinema moderno, celebrato per la sua intensità narrativa e la celebre scena finale in piano-sequenza. Sempre nel 1975 collaborò al soggetto di Baby Sitter – Un maledetto pasticcio di René Clément (1975).
Nel 1987 Mark Peploe ottenne il massimo riconoscimento dell’industria cinematografica di Hollywood con L’ultimo imperatore, scritto insieme a Bertolucci e ispirato alla biografia di Pu Yi, l’ultimo imperatore della Cina. Il film conquistò nove Oscar, tra cui quello per la miglior sceneggiatura non originale. Peploe collaborò poi con il cognato Bernardo Bertolucci anche per Il tè nel deserto del 1990 e Il Piccolo Buddha del 1993, confermando un sodalizio artistico che univa famiglia e cinema.
Negli anni Novanta Mark Peploe si cimentò anche nella regia. Il suo esordio avvenne nel 1991 con Occhi nel buio, un thriller psicologico che col tempo ha acquisito lo status di cult. Nel 1996 diresse La bella straniera, adattamento di un racconto di Joseph Conrad con Willem Dafoe e Irene Jacob. Mark Peploe fu un intellettuale poliedrico, descritto dal produttore Jeremy Thomas come “un uomo del Rinascimento, con un profondo amore per la cultura e una memoria vivissima del passato che informava tutta la sua scrittura”. Non si separava mai da un taccuino e da una copia dell’International Herald Tribune.
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