“Non è la Rai”, il teen show che ha rivoluzionato la tv. Trent’anni di polemiche, successi e icone

Era il 1991 quando, tra un balletto, un tuffo nella piscina piena di schiuma e gli immancabili giochi telefonici, nasceva un fenomeno che avrebbe conquistato milioni di adolescenti. Parliamo di “Non è la Rai”, il teen-show che Gianni Boncompagni aveva ideato e che, per quattro edizioni, avrebbe popolato i pomeriggi italiani con un’esplosione di energia, colori e polemiche. Quest’anno, a trent’anni dalla sua conclusione, Mediaset Extra lo celebra con una maratona di puntate storiche, che comincia oggi e culminerà con l’ultima puntata, quella del 30 giugno 1995, un finale carico di emozione sulle note di T’appartengo di Ambra Angiolini.

Dal Palatino alla storia della tv

Tutto è iniziato il 9 settembre del 1991, quando Non è la Rai ha fatto il suo debutto dal Centro Palatino di Roma. Una marea di ragazze, alcune giovanissime, altre adolescenti in piena esplosione ormonale, ha invaso il palcoscenico, portando con sé giochi, sketch e quella spontaneità che sarebbe diventata il marchio di fabbrica del programma.

Prima condotto da Enrica Bonaccorti, poi da Paolo Bonolis e infine da Ambra Angiolini, il programma non è solo diventato un cult tra i teenager, ma ha lanciato alcune delle figure più iconiche degli anni ’90, come Claudia Gerini, Laura Freddi, Miriana Trevisan e Yvonne Sciò. Chi non ricorda l’adorabile Ambra, “teleguidata” via auricolare dal geniale Boncompagni, che orchestrava il tutto?

Un boom di popolarità e polemiche

Se da un lato gli ascolti del programma salivano vertiginosamente, dall’altro lato non mancavano le critiche. Le adolescenti protagoniste erano accusate di essere sessualizzate troppo precocemente, con tanto di critiche da parte di movimenti femministi, genitori e associazioni come Telefono Azzurro. Il pubblico si divideva tra chi amava le ragazze di Non è la Rai e chi le considerava vittime di un gioco televisivo troppo spinto per la loro età.

Lucia Ocone: “Zero autostima, tanti crolli. Poi Boncompagni mi trasformò nella maga di Non è la Rai”

Nel 1994, come risposta a queste polemiche, andò in onda una puntata speciale con le ragazze vestite in abito da sposa – ma, ironia della sorte, la mossa non placò le critiche. E poi c’era quella dichiarazione di Ambra: in pieno clima elettorale, durante una discussione con un “diavoletto virtuale”, la conduttrice (su input di Boncompagni) aveva dichiarato che “Satana tifa Occhetto e Dio tifa Berlusconi”, scatenando ancora più discussioni!

Gli ospiti speciali

A far brillare ancora di più Non è la Rai c’era un carosello di ospiti incredibili: Pippo Baudo, Bruno Vespa, Fiorello, Maurizio Costanzo, Vittorio Sgarbi, ma anche grandi nomi internazionali come i Take That e Giorgia. Ogni puntata si trasformava in una festa piena di sorprese, e le ragazze del programma non erano solo intrattenitrici, ma anche delle vere e proprie star.

Nel frattempo, Non è la Rai è riuscito a lanciare una vera e propria carriera a molte delle sue protagoniste, tra cui Sabrina Impacciatore, Lucia Ocone e Michela Andreozzi. Per altre, invece, il programma è stato solo un passaggio temporaneo, lontano dalle luci della ribalta.

L’addio a Non è la Rai

Quando il programma chiuse i battenti il 30 giugno 1995, il pubblico si trovò di fronte a un misto di lacrime e nostalgia. Tra il tuffo finale di Ambra e l’emozionante T’appartengo, Non è la Rai si congedò per sempre, ma lasciò un’impronta indelebile nella memoria collettiva.

Oggi, trent’anni dopo, Mediaset Extra ci regala un viaggio nel passato con una maratona di episodi storici, per ricordare come quel teen-show abbia cambiato per sempre il panorama televisivo. Chi lo ama e chi lo critica, Non è la Rai rimarrà sempre un simbolo di un passaggio generazionale della tv.

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