Oscar, terminate le votazioni: le nomination arrivano il 23 gennaio. Ecco i film favoriti

Gli Oscar ci saranno, lo show prosegue. Si sono concluse ieri le votazioni dei più di diecimila votanti dell’Academy e a parte qualche defezione eccellente, come quella di Stephen King che ha scritto su Bluesky “sembra Nerone che suona la cetra mentre Roma brucia. O in questo caso, che indossa abiti eleganti mentre Los Angeles brucia”, i membri hanno consegnato le loro preferenze. Dopo due rinvii (le nomination avrebbero dovuto essere prima il 17 poi il 19) le candidature saranno annunciate giovedì 23 gennaio.

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Il dibattito su come dovrebbe essere la cerimonia di quest’anno prosegue, dopo la provocazione di Jean Smart, che nei giorni dei roghi ha suggerito la cancellazione della diretta tv si è parlato molto dell’idea di una cerimonia che sia occasione per una raccolta fondi per chi è rimasto senza casa. Mentre si moltiplicano le iniziative di singole star (Leo DiCaprio, criticato per essere volato via sul suo aereo nel pieno degli incendi, ha donato un milione di dollari) e delle aziende si sta pensando a come trasformare la notte delle stelle in una serata di beneficenza. Mentre c’è chi propone di affidare a Billy Crystal, che nella sua lunga carriera lo ha presentato ben nove volte e che ha perso la casa di una vita per colpa degli incendi, la cerimonia del 2 marzo.

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In attesa di sapere cosa succederà al Dolby theater (prima ci saranno comunque i Grammy previsti per il 2 febbraio) diamo un’occhiata ai titoli che con grandissima probabilità ritroveremo giovedì tra i nominati, ricordando che come miglior film internazionale c’è la buona probabilità che ci sia anche l’italiano Vermiglio. Dopo essere stato inserito nella shortlist di quindici titoli il film ha avuto un riconoscimento al festival di Palm Springs, dove è stato premiato per la miglior sceneggiatura, mentre un bellissimo endorsement alla regista Maura Delpero è arrivato dalla collega premio Oscar Jane Campion. Grandissima appassionata di cinema italiano e da sempre sostenitrici delle nostre registe (Liliana Cavani e Lina Wertmüller in primis), l’autrice di Lezioni di piano ha scritto una lettera per appoggiare apertamente il film della regista altoatesina in cui ha definito il film “un dono” e ha dichiarato che il film “mi ha incantato”.

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E se Emilia Perez, film che corre per la Francia anche se è girato in spagnolo e racconta una storia messicana (che i messicani però hanno criticato), rimane il favorito non solo nella categoria film internazionale ma anche come film tout court con una buona probabilità che entri nella decina di titoli per il miglior film, le speranze che tra gli altri quattro titoli ci sia l’italiano ci sono. Un altro film che molto probabilmente ci sarà, e magari sarà anche candidato a miglior film, è Io sono qui di Walter Salles, storia familiare nella dittatura brasiliana. Che ha al centro una donna interpretata dall’attrice brasiliana Fernanda Torres, diventata virale con il suo discorso “sulle donne di una certa età nel cinema”, che ai Golden Globe ha battuto colleghe come Nicole Kidman, Kate Winslet e Angelina Jolie.

“The brutalist”, il film di Brady Corbet con Adrien Brody nelle sale il 30 gennaio

Tra i film che hanno più chance di ottenere un numero alto di nomination c’è The brutalist di Brady Corbet, con uno straordinario Adrien Brody (sicuramente tra gli attori protagonisti candidati). Il film racconta in tre ore e un quarto (con un intervallo in mezzo di 15 minuti) la parabola di un architetto ungherese di origine ebraica, il personaggio di fantasia László Toth, che dopo essere stato cancellato da Hitler insieme ai colleghi della Bauhaus e dopo l’esperienza drammatica del campo di concentramento nel 1947 arriva negli Stati Uniti. Dove l’aspetta una nuova vita fatta di grande dolore mentale e fisico ma anche di soddisfazione professionale con una sfida forse troppo grande per il suo fisico e spirito provato. Il titolo viene dalla corrente architettonica del brutalismo nata dopo la seconda guerra mondiale, ma alcuni votanti dell’Academy hanno ammesso con i giornalisti americani di non averlo visto fino alla fine quindi vedremo se questa lunghezza si ripercuoterà sul numero di candidature.

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Sul fronte delle candidature maschili buone probabilità hanno anche Kieran Culkin, che l’anno dopo l’Emmy e il Golden globe per il ruolo del figlio più giovane di Succession, quest’anno ha già incassato il Golden globe per il suo ruolo di non protagonista nel film di Jesse Eisenberg A Real Pain, e Timothée Chalamet protagonista del biopic su Bob Dylan. Per il quale si è preparato per cinque anni, studiando la chitarra, l’armonica, e cantando brani che hanno fatto la storia della musica come Like a rolling stone e Blowin’ in the wind.

“Wicked”, il musical ispirato al mondo di Oz – Il trailer

Che spazio avrà il musical Wicked, campione di incassi in patria ma uscito senza neppur un riconoscimento dalla serata dei Golden Globe? Tra performance d’effetto come quella di Ariana Grande e Cynthia Erivo, canzoni diventate virali come Defyin’ gravity e costumi strabilianti dovrebbe racimolare diverse nomination. E quante nomination avrà il film indie Palma d’oro Anora, snobbato anche questo ai Golden Globe? Il suo regista Sean Baker viene dato quasi per certo nella cinquina dei filmaker ma ci sarà posto per la giovane protagonista, Mikey Madison? E che accadrà a Conclave, il film del regista svizzero premio Oscar Edward Berger, che racconta gli intrighi dentro il Vaticano? Noi speriamo in una candidatura, sarebbe la prima a 72 anni, per la nostra Isabella Rossellini nel ruolo di suor Agnes. Mentre l’Italia può confidare anche nel nostro regista più internazionale Luca Guadagnino. Che ha delle chance sia con il film sul triangolo tennistico Challangers con Zendaya che con Queer con Daniel Craig dal romanzo scandalo di William Borroughs.

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