Paolo Taviani, l’ultimo saluto al regista: in Campidoglio Nanni Moretti, Pupi Avati, Marco Bellocchio e Paolo Virzì

Tra i primi ad arrivare al saluto laico del maestro Paolo Taviani, morto a Roma a 92 anni giovedì scorso, sono stati Nanni Moretti, che fu interprete di Padre padrone, e Pupi Avati. Che ha detto: “Nell’ultima età della vita si appianano tutte quelle che possono essere anche le differenze culturali, psicologiche, sociali, politiche perché ci accomuna l’affrontare la vecchiaia che è la salita più impervia e quella definitiva”. Nella sala, risuonano le note della colonna sonora di Leonora Addio, l’ultimo film di Paolo Taviani. Sul feretro un cuscino di rose rosse e fra le corone quella di Roma Capitale. In fondo, un grande schermo su cui scorrono le foto di Paolo e Vittorio Taviani sui loro set.

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha accolto la famiglia: la moglie Lina e i figli di Paolo, Valentina e Ermanno con i figli di Vittorio, Giuliano e Giovanna. Il figlio Ermanno ha ringraziato tutti coloro che hanno ricordato il padre e in particolare il presidente Mattarella. Il nipote Sebastiano ha dedicato al nonno una poesia: “Con nonno ho sempre avuto un rapporto d’amore. È sempre stata fonte d’ispirazione. Mi ha sempre sostenuto, ci faceva piacere passare tempo insieme”.

Marco Bellocchio ha ricordato il regista con un discorso toccante e un’immagine: “Paolo è morto sul lavoro a 92 anni” con riferimento al film che stava preparando e di cui era già terminata la sceneggiatura, Il canto delle meduse. “Paolo onestamente non credo che sia seduto su una nuvola ad ascoltarmi. È morto sul lavoro, è morto lavorando a un film. È la conclusione che mi auguro. Ha fatto con Vittorio straordinari film combinando storia e letteratura. Hanno saputo essere originali. Il loro saper alternarsi dietro la macchina da presa è per me un mistero. Vinceranno la prova del tempo, resteranno nel tempo più di tanti artisti consacrati dalla moda”.

Morto Paolo Taviani, maestro di cinema con il fratello Vittorio

Alla Sala della Promoteca anche Paolo Virzì che ha raccontato: “Il cinema dei fratelli Taviani è stato per me fondativo e seminativo di un certo modo di guardare il racconto cinematografico immergendosi nelle radici popolari e trasformandolo in epica e poesia”. Tra gli altri colleghi intervenuti Mario Martone, Laura Morante, Lello Arena, Roberto Andò, Giacomo Campiotti, Mimmo Calopresti, il montatore storico dei fratelli Taviani Roberto Perpignani (che ha raccontato: “l’ho sentito pochi giorni fa, si era ripreso dalla malattia, aveva voce brillante positiva: ‘sto bene e adesso ricominceremo a lavorare insieme’ mi ha detto”), la produttrice Donatella Palermo. Che tra i tanti progetti realizzati insieme vanta il film premiato con l’orso a Berlino Cesare non deve morire e che durante la cerimonia ha detto: “Voglio condividere con voi l’amore. Paolo era una persona che non potevi conoscere senza amarlo. Chi ha conosciuti i Taviani è stato toccato da questo incontro”.

L’attore Claudio Bigagli ha raccontato: “”I film di Paolo e Vittorio curano l’anima. Arrivai sul set di Kaos che avevo la depressione e su quel set con loro sono guarito”.

Fabrizio Ferracane: “Paolo Taviani era il più umile tra i giganti del nostro cinema”

“Voglio esprimere alla famiglia di Paolo Taviani la mia vicinanza e quella di Roma Capitale. Sono qui per esprimere un sentimento di affetto e profonda gratitudine per tutto quello che Paolo ha dato con la sua arte. La città glielo deve. Io come tantissimi ragazzi della mia generazione aspettavo con emozione l’uscita dei film di Paolo e Vittorio Taviani che con i loro personaggi avevano la capacità di farci riflettere. Erano storie che facevano riflettere sui nostri destini. Paolo e Vittorio non amavano l’etichetta del film storico” ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. “Paolo e Vittorio avevano il dono del racconto – ha aggiunto Gualtieri- ed è forse proprio questa limpidezza del racconto che rende i loro film vicini a noi. Erano opere accessibili proiettate nel futuro. Grazie per ciò che ci avete fatto vivere con Vittorio con opere rimaste nella storia del cinema mondiale”. Presente anche il sindaco di San Miniato Simone Giglioli: “La nostra comunità è molto legata alla famiglia Taviani. Ricordiamo il bagno di folla l’ultima volta che Paolo Taviani è venuto a San Miniato in occasione dei 40 anni de L’ultima notte di San Lorenzo. In molti ricordano anche il loro padre, Ermanno, che prese parte alla prima giunta comunale post guerra. Era molto conosciuto e molto ben voluto nella nostra città. Nel settembre 2022 ho accompagnato Paolo al Lucca film festival, in quell’occasione ho potuto apprezzare il suo carisma e la sua capacità critica che porterò sempre con me. Paolo e Vittorio saranno sempre con noi. Non se ne sono mai andati”.

In chiusura di cerimonia il figlio ha ricordato che fino agli ultimi giorni il suo principale desiderio è stato tornare a lavorare al film che stava preparando e il suo sogno più grande tornare a dire “motore”, poi il regista è stato salutato tra gli applausi.

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