Pierre Audi, morto il regista che trasformò il linguaggio dell’opera lirica. Aveva 67 anni

Un “rivoluzionario” della lirica. Il mondo dell’opera piange la scomparsa di Pierre Audi, regista e direttore artistico franco-libanese, deceduto improvvisamente all’età di 67 anni venerdì sera a Pechino, dove stava allestendo uno spettacolo. Figura centrale della scena lirica internazionale, Audi ha lasciato un’impronta indelebile attraverso una carriera che ha saputo coniugare tradizione e innovazione, rigore e sperimentazione. Regista e impresario teatrale visionario, ha trasformato una sala conferenze londinese abbandonata nel modernissimo Almeida Theatre, inaugurando una lunga carriera come uno dei più eminenti leader mondiali delle arti dello spettacolo. Audi era atteso a fine anno all’Opéra di Parigi per una nuova produzione della Tosca di Puccini.

Nato a Beirut il 9 novembre 1957, primogenito di tre figli, Pierre Audi ha vissuto un’infanzia segnata dalla passione per il cinema e l’arte. Durante gli anni al liceo francese della capitale libanese, fondò un cineclub che ospitò personalità come Jacques Tati e Pier Paolo Pasolini. La guerra civile costrinse la sua famiglia a trasferirsi prima in Francia e poi in Inghilterra, dove Audi proseguì gli studi in Storia all’Università di Oxford. Nel 1979, a soli 22 anni, fondò a Londra l’Almeida Theatre.

Nel 1988 iniziò una lunga e fruttuosa collaborazione con l’Opera Nazionale Olandese, che diresse per trent’anni, fino al 2018. Sotto la sua guida, l’istituzione divenne un punto di riferimento per la messa in scena di opere monumentali come il ciclo completo del Ring di Wagner, i Dialoghi delle Carmelitane di Poulenc e Saint François d’Assise di Messiaen. Pierre Audi è stato anche promotore di nuove composizioni, commissionando opere ad artisti di spicco come Alfred Schnittke e Alexander Knaifel. Parallelamente, dal 2005 al 2014, ha diretto l’ Holland Festival, rilanciandolo come piattaforma di avanguardia e interdisciplinarietà. Nel 2015 assunse la direzione artistica del Park Avenue Armory di New York, spazio dedicato a progetti artistici innovativi.

Nel 2018 Audi ha preso le redini del Festival d’Aix-en-Provence, portando una ventata di rinnovamento pur rispettando la tradizione del festival. Sotto la sua direzione, il festival si è aperto a nuove forme artistiche, integrando musica, arti visive e video, e valorizzando il teatro musicale. Tra le sue iniziative più audaci, la messa in scena del Requiem di Mozart da parte di Romeo Castellucci nel 2019 e la Seconda Sinfonia di Mahler nel 2022, eseguita nello stadio di Vitrolles riaperto per l’occasione.

La visione dell’opera come arte totale di Pierre Audi lo portò a collaborare con artisti visivi di fama internazionale, tra cui Karel Appel, Georg Baselitz, Anish Kapoor. La sua capacità di fondere diverse discipline artistiche ha contribuito a ridefinire il linguaggio operistico contemporaneo. Fino agli ultimi giorni, Audi ha continuato a lavorare con passione. In una recente intervista a France Musique, aveva parlato delle sfide economiche affrontate dal Festival d’Aix-en-Provence e delle strategie messe in atto per superarle, dimostrando ancora una volta il suo impegno e la sua visione lungimirante.

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