“Pink Floyd At Pompeii” primo in classifica: la folle visione che non ha mai fine
I Pink Floyd, insieme a poche altre band del passato, sono riuscite nella difficilissima impresa di non sentire il peso del tempo. Sono popolarissimi anche tra i ragazzi delle generazioni digitali: la loro musica (definire semplicemente canzoni i loro brani sarebbe riduttivo) evoca suggestioni anche a quasi sei decenni di distanza dai giorni dei loro esordi.
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I loro dischi, soprattutto in formato fisico, sono sempre richiestissimi. Le loro copertine, in molti casi progettate e realizzate dallo Studio Hipgnosis, sono considerate simboliche e artistiche al punto di diventare complementi d’arredo: basti pensare a quella di Atom heart mother, con la mucca in primo piano, ancora adesso considerata un vero esempio di modernariato rock. E pensare che i Pink Floyd non amano poi così tanto quel disco. Per non parlare di The dark side of the moon o Wish you were here, magnifici esempi di grafica d’avanguardia applicata alla musica.
I fan, da quelli della prima ora a quelli giovanissimi, considerano fondamentale ogni capitolo della loro avventura musicali, con tutti gli annessi e connessi. Visionarietà, sperimentazione, zero propensione per il glamour, attrazione per lo spazio e per la sua rappresentazione in musica: elementi che rendono i Pink Floyd unici, non ascrivibili ad alcuna corrente musicale in particolare, magicamente sospesi nel tempo.
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Non era difficile ipotizzare che l’operazione di restauro del film Pink Floyd At Pompei – MCMLXXII, un autentico capolavoro firmato dal regista Adrian Maben che nell’ottobre del 1971 portò la band tra le rovine di Pompei: tra mille difficoltà tecniche e con a disposizione una strumentazione che oggi fa quasi sorridere, il regista e la band realizzarono un’opera pop immaginifica e sospesa, con i musicisti impegnati con gli strumenti in mezzo all’arena del teatro antico oppure a passeggio sui pendii del Vesuvio, con le psichedeliche visioni dei tramonti in controluce sulle note di pezzi memorabili o addirittura impegnati nel registrare i latrati di un cane in un ennesimo impeto sperimentale.
L’uscita della versione restaurata (con i suoni rimixati da Steven Wilson) ha ottenuto un grande successo nelle sale, e il disco con le musiche del film è ora arrivato in testa alle classifiche di vendita, sia quelle generale, che quella dei vinili. I Pink Floyd, almeno per una settimana, battono Elodie, Achille Lauro, Bad Bunny, Geolier. Il loro tempo sembra non finire mai.
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