Pupi Avati riceverà il David alla carriera: “È tardi ma meglio un premio da vivo”

Pupi Avati riceverà il premio alla carriera nel corso della 70esima edizione dei David di Donatello che sarà consegnato mercoledì 7 maggio nell’ambito della cerimonia di premiazione in diretta, in prima serata su Rai 1, condotta da Mika e Elena Sofia Ricci.

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Il regista, 86 anni, una lunghissima carriera che si è mossa tra il cinema horror, poco frequentato soprattutto dalla sua generazione di autori, e la commedia, ha attraversato quasi sessant’anni di cinema a partire dal suo primo film di paura Balsamus, l’uomo di Satana (1968).

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La motivazione dell’Accademia

“L’Accademia del cinema italiano è onorata di consegnare il David alla carriera a Pupi Avati, talento poliedrico di regista, scrittore, sceneggiatore, musicista e produttore, in coppia inossidabile con il fratello Antonio – ha dichiarato la presidente e direttrice artistica, Piera Detassis – grande autore e affabulatore, ha raccontato il tempo perduto della provincia, con le sue pigrizie, le ferocie e gli spaventi, il soffio spaventoso dei mostri immaginati da ragazzo nelle campagne, ma anche la voglia di riscatto e lo slancio nell’inseguire i propri sogni.

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“Creatore indiscusso del gotico padano con La casa delle finestre che ridono fino ai recenti Il signor Diavolo e L’orto americano – prosegue Detassis – Avati si immerge con incanto e magia nell’autobiografia emiliana e scava a tocchi leggeri, mai appariscenti, nell’inconscio piccolo borghese e rurale, traendo segnali di umanità dalle vite grigie, redente dalla poesia e dalla speranza, in un racconto a mosaico, collettivo, d’amicizia e familiare, come avviene nei suoi tanti capolavori. La sua speciale grazia d’autore tocca gli attori, esaltati in ruoli spesso sorprendenti, da Lino Capolicchio a Carlo Delle Piane, da Gianni Cavina a Silvio Orlando, da Diego Abatantuono a Renato Pozzetto, da Neri Marcorè ad Alba Rohrwacher ed Elena Sofia Ricci, fino a comporre una geografia di volti e umanità diversa, alla scoperta di un’Italia poetica e lontana dalle luci della ribalta”.

Il commento del regista

“Dopo 55 film, arrivo sempre un po’ in ritardo su tutte le cose nella mia vita. Prendere un premio da vivo è un grande risultato, vediamo per i prossimi premi se riuscirò ancora ad essere vivo – ha commentato il regista – Non ho mai preso un Leone d’Oro, un Oscar, quindi penso di avere ancora gli anni sufficienti a vincere tutti questi premi a fine corsa”.

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Il consiglio ai giovani registi

In conclusione della masterclass che ha tenuto all’ultima Mostra del cinema di Venezia, il regista ha dato un consiglio ai nuovi registi: “Non disdegnare i generi, oggi ogni regista fa il film di se stesso. Sorrentino fa i film di Sorrentino, Garrone fa i film di Garrone e Moretti quelli di Moretti. Ma la gente vuole la commedia per ridere, il dramma per commuoversi e il thriller per spaventarsi. Emozioni primarie per un racconto popolare”.

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