Ritorno al futuro ha 40 anni: le curiosità del film. Michael J. Fox: “Buon anniversario ai fan”
Il 3 luglio 1985 arrivava nelle sale americane un film che sarebbe diventato un cult: Ritorno al futuro di Robert Zemeckis.
To all you @BacktotheFuture fans, Happy 40th Anniversary! — Michael J. Fox #BacktotheFuture40 #BTTF40 https://t.co/SIS5hWRvUq pic.twitter.com/P7CzdqAGlN— Back to the Future™ (@BacktotheFuture) July 3, 2025
Quarant’anni dopo, Marty McFly (Michael J. Fox), la fidanzatina Jennifer (Claudia Wells), il professore Brown (Christopher Lloyd) e l’inseparabile cane Einstein sono ancora nel cuore di moltissimi spettatori che in occasione degli anniversari celebrano il film diventato cult con tanto di fanclub in tutto il mondo, pagine Facebook, siti dedicati e soprattutto nuove proiezioni. In occasione dell’anniversario il profilo X ufficiale del franchise ha pubblicato una clip con i momenti più iconici del primo film. Michael J. Fox saluta così gli appassionati: “A tutti i fan di Ritorno al futuro un felice 40esimo anniversario”.
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Il maggior incasso del 1985 e un Oscar
Il film fu il maggior incasso del 1985. Realizzò 383 milioni di dollari in tutto il mondo ottenendo un buon successo di critica e una serie di riconoscimenti, compreso l’Oscar al miglior montaggio sonoro. Nel 2007 è stato scelto per essere conservato nel National film registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Anche i due sequel, girati contemporaneamente ma usciti nel 1989 e nel 1990 (Ritorno al futuro parte II e parte III), furono premiati dal botteghino. Ma è soprattutto il primo capitolo della serie a essere diventato un successo estivo al botteghino, aver stabilito un punto di riferimento per i film sui viaggi nel tempo ed è stato citato da tutti, dal presidente Ronald Reagan ad Avengers: Endgame.
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L’annuario scolastico e quella domanda: sarei stato amico di mio padre?
E dire che Ritorno al futuro era stato un azzardo. Lo sceneggiatore Bob Gale aveva avuto l’idea del film dopo aver scoperto nella casa di famiglia a St. Louis l’annuario scolastico del padre e aver realizzato che il genitore era rappresentante di classe nell’anno della maturità. Guardando la foto di quel ragazzo di molti anni prima si era domandato: sarei stato amico di mio padre se fossi stato in classe con lui? Gale aveva portato questa idea a Zemeckis che ci aveva aggiunto altri elementi e così era nata la sceneggiatura, un progetto che per quattro anni era stato rifiutato dai principali studios: troppo casto per quelli che producevano commedie in stile Porky’s, troppo osé (una madre che bacia il proprio figlio) per chi come Disney realizzava film per famiglie. Solo dopo il successo di All’inseguimento della pietra verde con Michael Douglas Zemeckis riuscì a portare il progetto a Spielberg e a chiudere il contratto con la Universal.
Michael J. Fox, l’attore dal doppio turno
Regista e sceneggiatore avrebbero voluto fin da subito il ventiquattrenne Michael J. Fox nel ruolo di Marty McFly, ma l’attore canadese (naturalizzato americano) era impegnato nella sitcom di successo Casa Keaton e la produzione optò per Eric Stolz. Dopo ben quattro settimane di riprese il regista si rese conto che Stolz non era adatto al ruolo e, nonostante il cambio in corsa sarebbe costato 3 milioni di dollari in più rispetto al budget previsto di 14 milioni, Zemeckis decise di rischiare. Michael J. Fox fu costretto quindi a lavorare contemporaneamente per il cinema e la tv: di giorno girava Casa Keaton e dalle sei e mezza alle due e mezza di notte Ritorno al futuro, gli esterni nei fine settimana.
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Fox: “Marty McFly un po’ ognuno di noi”
Cinque anni dopo, a soli 29 anni, Fox veniva colpito dal Parkinson, una malattia che gli ha condizionato la vitae la carriera. Nel 1991 stava lavorando a Doc Hollywood – Dottore in carriera, si accorse che le dita gli tremavano, gli fu diagnosticato la malattia neurogenerativa. Anche per questa ragione il personaggio di Marty McFly è rimasto nel cuore dell’attore “Marty è un po’ ognuno di noi – spiegava dieci anni fa Fox in una grande réunion a Londra – un ragazzo come tanti che reagisce con curiosità a questa straordinaria avventura come avrebbero fatto in molti: per questo gli spettatori sono riusciti a identificarsi e a vivere le sue emozioni”.
“La prossima volta me la caverò meglio”
“Quando il film uscì io ero a Londra per girare alcune puntate speciali di Casa Keaton” ha raccontato in passato Fox. “Dall’Inghilterra chiamai il mio agente e gli dissi: Com’è venuto? È stato difficile lavorare di giorno per la tv e di notte per il cinema. La prossima volta me la caverò meglio. Tornato a Los Angeles sono andato su Sunset Boulevard e ho visto la coda degli spettatori girare intorno al palazzo. Non ci potevo credere. Un momento prima ero ancora un ragazzo del Canada indeciso se lavorare al molo o scegliere la carriera militare come mio padre e il giorno dopo ero su un set con Steven Spielberg”.
Bob Zemeckis e quel remake che non si farà mai
In tempi come questi a Hollywood dove praticamente ogni successo vive infinite vite va detto che il regista non ha mai accettato di andare oltre alla trilogia. “Dovranno passare sul mio cadavere, sul mio e su quello di Bob Gale per rifare Ritorno al futuro. Finché saremo in vita non si farà e cercheremo di trovare il modo di impedirlo anche da morti – ha detto Zemeckis – Io lo trovo oltraggioso tanto più perché è un buon film, è come se volessero rifare Quarto potere”.
Quella colonna sonora e quella canzone “che piacerà ai vostri figli”
Oltre alla colonna sonora di Alan Silvestri, il film presenta successi degli anni ’50 come The wallflower di Etta James e brani originali che hanno scalato le classifiche negli anni ’80 tra cui un classico come The Power of Love firmata da Huey Lewis and the News che fu il primo singolo del gruppo ad arrivare alla prima posizione della Billboard Hot 100. Tra le canzoni indimenticabili della colonna sonora il lento Earth angels dei Penguins rifatta dal gruppo Marvin Berry and the Starlighters durante la festa scolastica “Incanto sotto il mare”. Ma quando Marvin si ferisce a una mano e non può proseguire a suonare la chitarra è McFly costretto a salire sul palco e imbracciare la chitarra e dopo il lento in cui i genitori si scambiano il primo bacio Marty suona Johnny B. Goode di Chuck Berry che verrà scritta solo 3 anni più tardi. “Un pezzo un po’ vecchio… dalle mie parti” lo definisce Marty, ma quando il rock diventa trascinante e lui si getta per terra in un assolo di chitarra e tutti lo guardano allibiti sarà costretto a salutare la festa con la frase rimasta nella storia del cinema: “Mi sa ragazzi che non siete ancora pronti per questo, ma i vostri figli lo ameranno”.
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