Sanremo, la guerra dei marchi. La Rai: “Legati al nostro format, nessuno può usarli”

ROMA – Il Festival di Sanremo è tale in quanto Rai, nessuno può usare quel “brand”. All’indomani dell’annuncio, da parte del Comune di Sanremo, del bando per individuare un partner per l’organizzazione e la trasmissione, in chiaro, del Festival della Canzone Italiana per le edizioni 2026, 2027 e 2028 (in ottemperanza alla sentenza del Tar della Liguria dello scorso dicembre contro l’affidamento diretto alla Rai) Viale Mazzini ha diffidato il Comune stesso dal concedere in licenza i marchi del Festival a beneficio di altre emittenti.

Tali marchi, secondo alcune indiscrezioni raccolte dall’agenzia Ansa, sono legati inscindibilmente al format della Rai e, pertanto, in nessun caso possono essere utilizzati da altre emittenti televisive. Qualora infatti – sempre a quanto si apprende – l’operatore concorrente dovesse utilizzare un format di Festival sovrapponibile, nei suoi elementi essenziali, a quello di Rai, violerebbe inevitabilmente i diritti d’autore di quest’ultima. Al contrario, se il format dell’operatore concorrente dovesse risultare sostanzialmente diverso da quello utilizzato da Rai per oltre trent’anni, si registrerebbe un’ipotesi di uso ingannevole dei marchi del Festival.

Ma non è questa l’unica reazione suscitata dall’annuncio del bando. Anche i discografici si fanno sentire: “Il bando di gara del Comune di Sanremo – fa notare Enzo Mazza, ceo di Fimi, la Federazione dell’industria musicale italiana – dimentica il ruolo della discografia che tiene in piedi l’evento. Il Comune di Sanremo, nell’avviso pubblicato, dove prevede impegni per il partner non considera assolutamente il ruolo della discografica che con investimenti e contenuti consente al festival di prosperare e generare ricavi. La prossima edizione del festival dovrà prevedere un consistente rimborso economico per le imprese partecipanti. Senza la discografia sul palco di Sanremo ci sarebbero giusto i fiori”.

No comment dal Comune sulla diffida della Rai. Intanto, in attesa degli sviluppi della guerra dei marchi e delle risposte al bando, che dovranno arrivare entro 40 giorni, la Giunta ha deciso di costituirsi in giudizio contro i ricorsi della Rai e di Je srl contro la delibera dello scorso marzo relativa ai criteri per l’individuazione del partner per l’organizzazione e la trasmissione del Festival. Gli occhi restano puntati sul Consiglio di Stato, che il 22 maggio discuterà nel merito i ricorsi depositati dalla Rai e dallo stesso Comune di Sanremo contro la sentenza del Tar che ha imposto di indire il bando.

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