Scanu: “In tutti i laghi resta nella storia. Il privato? I peggiori omofobi sono gli omosessuali”
ROMA – Molti dicono: “Ha una bellissima voce, canta veramente bene. Ma che carattere”. “Se hai carattere”, dice Valerio Scanu “automaticamente vuol dire hai un cattivo carattere, no?”. Trentacinque anni, sardo, nato a La Maddalena, ex fenomeno di Amici, vincitore del Festival di Sanremo nel 2010 con Per tutte le volte che (con quel verso “in tutti i luoghi e in tutti i laghi”, applicato a qualsiasi cosa), ex concorrente di Tale e quale, dell’Isola dei famosi, di Ora o mai più, girerà l’estate cantando. Ma ha anche due saloni di parrucchiere.
I saloni erano il piano B?
«No. Ogni tanto usano i saloni per fare notizia e sparare i titoli. Mi interessavano, mi incuriosiva il mondo della bellezza: uno ce l’ho da parecchio tempo – il primo l’ho aperto nel 2017 – e l’altro un annetto fa. Però non erano il mio piano B, mi piaceva la parte creativa del lavoro legato ai capelli».
Torniamo al carattere.
«Sicuramente ho un carattere, il mio. Lo rivendico e non mi faccio prendere per il culo da nessuno. Per me gli esseri umani sono tutti uguali: ho sempre detto quello che penso con educazione».
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Nella sua cameretta sognava di fare il cantante?
«Cantavo già da piccolo, anche in maniera professionale. Ho sempre fatto pianobar, ma non mi ero prefissato un obiettivo, non pensavo: “Farò questo mestiere per diventare famoso”. L’ho fatto per passione, per istinto. Poi è diventato un lavoro».
Gira su Mediaset Infinity un video del 2002 di lei, bambino prodigio, che canta a “Bravo bravissimo” condotto da Mike Bongiorno. Vinse con “Cambiare”. Famiglia canterina?
«No. Ho un fratello più piccolo che ha 30 anni. Forse dei due, papà – che è morto nel 2020 di covid – aveva un temperamento più artistico, mamma è razionale. Però si sono conosciuti in un contesto musicale: la banda del paese».
Il momento di svolta nella sua vita?
«Amici. Volevo mettermi alla prova. Di quella scuola mi piaceva tutto, l’impegno, la disciplina, mi trovavo bene quando potevo lavorare di fino».
Deve tutto a Maria De Filippi, però non vi parlate più dopo che lei, usiamo la sua espressione, ha “sbroccato” perché non era stato invitato al serale del programma. Non le piacerebbe riavvicinarsi?
«Sono passati dieci anni. Per riavvicinarsi ci deve essere la volontà da parte di entrambi. La volontà di un chiarimento da parte mia c’è, dall’altra parte non credo. Ho lanciato accuse, sì, ho sbroccato. Sicuramente sono stato anche mal consigliato. Lo dico senza voler dare la colpa a terze persone, ma forse avrei avuto bisogno di qualcuno accanto che mi facesse ragionare».
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La prendono in giro per il verso: “A far l’amore in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi”. Un po’ le pesa?
«Ma no, ironizzo anch’io. Comunque, è un verso che rimarrà nella storia della musica e di Sanremo».
Nel 2010 vince il festival, è travolto dal successo. Come l’ha vissuto?
«Con serenità. Negli anni ho conosciuto gente famosa, prima che lo diventasse. Le persone, quando diventano famose, cambiano, improvvisamente è come se appartenessero a un altro mondo. Non ho tantissimi amici in questo ambiente; i cuori che mettono quelli dello spettacolo sui social (amo’, teso’), sono una cosa. Ma i miei amici veri sono quelli storici. I peggiori sono gli arrampicatori sociali».
I suoi amici nel mondo dello spettacolo chi sono?
«Ivana Spagna, Silvia Mezzanotte e Marina Fiordaliso».
Della sua partecipazione all’“Isola dei famosi” nel 2015 (arrivò quarto), si ricordano le imitazioni, un vero talento. Le viene naturale imitare?
«Sì da quando ero piccolo. Le facevo a scuola, imitavo i professori. Adesso imito anche il vicino di casa, non solo i famosi».
La popolarità cambia la vita?
«Sì, la cambia. Ma io sono tranquillo».
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Diventare conosciuti vuol dire anche essere sempre giudicati. Le pesa?
«Essendo personaggi pubblici, sappiamo di essere giudicati, ma ormai la gente sul web si sente in diritto di dire qualunque cosa. Una oggi mi ha scritto una cosa di pessimo gusto: “Tu sei il re dei falliti”. A volte lascio correre, altre mi ci intrippo e rispondo: “Sei incivile”. Spesso scrivono in modo sgrammaticato e lo faccio notare. Replicano: “Che piccolezza andare sulla grammatica”. E replico. In questo caso ho ricostruito. Commentando un video di Tony Effe che bestemmiava, ho scritto: “Ma la gente che sta a quel concerto, perché non se n’è andata?”. La tipa era fan di Fabri Fibra».
Il 7 settembre, due anni fa, ha sposato a Roma il suo compagno Luigi Calcara, docente di Ingegneria elettronica all’Università La Sapienza. Riceve critiche sulla vita privata?
«Ovviamente ognuno si sente libero di dire la sua. Niente di straordinario, si sa che esistono gli omofobi. Ma i peggiori commenti omofobi arrivano dagli omosessuali stessi».
A casa ha avuto problemi?
«Mai. Sapevo di essere gay, gliel’ho detto a 21 anni».
Nel 2020 ha scoperto di avere un tumore al polmone, è stato operato e non ha informato i suoi genitori per non farli preoccupare. Dopo, sua madre che le ha detto?
«Niente. Anche lei è molto riservata, quasi peggio di me. Era appena scoppiata la pandemia, ho tutelato la mia famiglia: che avrebbero potuto fare? Non lo sapeva nessuno, ne ho parlato dopo».
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Non ha condiviso con nessuno quello che stava accadendo?
«All’epoca avevo un compagno coglione. Ci eravamo separati ma non chiudeva definitivamente la porta, la lasciava socchiusa. Io cercavo di riconquistarlo. Quando ho avuto questo problema di salute ci vedevamo ancora, lui pensava che me lo fossi inventato per attirare la sua attenzione. Non mi ha mai accompagnato a un controllo. Quando mi sono operato non gliel’ho detto. Lo confidai a una sua amica, glielo disse lei».
Quindi alla fine era informato.
«Sì, ma ha fatto finta di non sapere. Mi ha scritto un messaggio due giorni dopo l’operazione: “Devi vergognarti per non avermi detto niente”. Avevo affrontato tutto il percorso da solo. Ero andato a fare una risonanza per un problema alla voce, sull’impegnativa avevano scritto: collo e torace. Il radiologo esce: “Abbiamo un problema, dovresti venire domani per fare una Tac”. L’indomani vado da solo, faccio la Tac. Mi spiegano che serve un ulteriore controllo, bisogna fare la Pet. “Ma allora”, chiedo, “è un tumore?”. Avevo 29 anni. L’inutile ex mi dice che è impegnato al lavoro: “Se ti fai spostare l’esame di un’oretta, riesco”. Lì ho capito che andava lasciato al proprio destino».
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L’esperienza del cancro l’ha segnata?
«Se ci penso non provo ansia né dolore, l’ho vissuta e basta. Ho un pettorale distrutto, me ne sono accorto quando ho iniziato a dare delle forme al mio corpo. Per il resto, sto bene. Ho avuto accanto un amico di famiglia – che purtroppo è mancato, per me era come un padre. Aveva perso una figlia della mia età per un problema simile al mio».
Per la sua carriera chi deve ringraziare?
«Tante persone: De Filippi, certo. Carlo Conti, Serena Bortone con cui ho fatto Oggi è un altro giorno. Nonostante ci punzecchiassimo, aveva stima nei miei confronti. In una puntata cantai la canzone di un Sanremo appena trascorso, si congratulò: “L’hai resa in un modo che mi piace di più, non era così”. Quando non c’era spazio per me, insisteva: “Lui deve cantare”».
Un giorno le ha detto che si era pettinata con i petardi: carina come battuta, non proprio un complimento.
(Ride). «È vero. Però diciamo sempre che vogliamo la verità, finché non ci riguarda».
A “Tale e quale show” si era divertito?
«Molto. Con Conti è stata un’esperienza formativa anche dal punto di vista umano, si provava, si stava insieme. Venerdì preparavo i dolci. C’erano artisti pieni di talento, nel 2014 sono arrivato secondo dopo Serena Rossi, e l’anno dopo, nell’edizione “Best of”, ho vinto io”».
Sui social ha un rapporto viscerale con i fan e i detrattori.
«Scrivono qualunque cosa. Adesso se la prendono perché ballo, commentano i video, meno male in modo educato: “Non vorrei fare la Celentano della situazione, ma vicino agli altri che ballano, si vede che sei un dilettante”. I commenti peggiori arrivano da gente molto adulta. Non ci sono vie di mezzo: “Canta bene, è bravissimo” o “Fa schifo come nessuno”».
Le piacerebbe tornare al Festival di Sanremo? C’è stato l’ultima volta nel 2016.
«Non è nelle mie priorità. Io voglio fare il musical, per esprimermi a 360 gradi. Mi sono dato alla danza, dove trionfano disciplina e meritocrazia. Nella discografia non ci sono più: sono stramorte».
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