Sette voci per cantare l’umanità
È un lavoro così rarefatto, spirituale che Alessandro Sciarroni non ci ha messo quasi neanche il titolo: semplicemente U (un canto). In scena, ed è affascinante, non c’è quasi movimento, gesto, ma voce e musica. Sette cantori — e sono Raissa Avilés, Alessandro Bandini, Margherita D’Adamo, Nicola Fadda, Diego Finazzi, Lucia Limonta, Annapaola Trevenzoli, tutti molto bravi e preparati — in piedi, fermi uno accanto all’altro, sguardo verso il pubblico, disposti nello spazio in una linea leggermente curva, cantano brani folkloristici e tradizionali che parlano della relazione dell’uomo dinnanzi alla natura, della bellezza e dello stupore che essa produce in noi, ma anche di valori come compassione, perdono, accettazione dei limiti umani e del mistero dell’esistenza. Nulla di consolatorio, ma semmai di poetico, puro. Sono canti, alcuni molto noti, composti da Renzo Bertoldo, Bepi de Marzi, Angelo Mazza, Giorgio Susana, fino al Fratello Sole, Sorella Luna di Riz Ortolani, e a un bis dello stesso Sciarroni su musica di Aurora Bauzà e Pere Jou, entrambi anche responsabili del training vocale. Durante il canto gli interpreti si muovono in modo impercettibile verso il proscenio in un progressivo avvicinamento al pubblico.
Coprodotto da Marche Teatro (tra gli altri con Festival Aperto, Bolzano Danza, Triennale Milano, Torinodanza), U (un canto) replica il 5 settembre allo Sperimentale di Ancona, poi ancora in tournée e il 10 ottobre anche a Roma per il festival Short Theatre.
Tecnicamente è una performance canora, perfetta nell’orchestrazione ed esibizione vocale. E, certo, può apparire curioso che a realizzarla sia stato un coreografo, Leone d’oro per la danza alla Biennale di Venezia del 2019, ma Sciarroni fin dai primi lavori all’inizio del Duemila rompeva le barriere dei generi. E non per stuzzicare o provocare. Qui, la scelta radicale di portare all’estremo limite la presenza del corpo umano, di farne solo uno strumento di canto e voce, è un gesto coraggioso, puro, che infonde con una qualità più alta e tesa in chi ascolta, un sentimento di profonda, bella umanità.
U (un canto)
di Alessandro Sciarroni
Voto: quattro stelle su cinque
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