“Squid game” subito primo e quel colpo di scena finale che dà indicazioni sul futuro della saga

La serie più vista di Netflix è arrivata alla fine. Gli ultimi sei episodi di Squid game sono approdati venerdì scorso sulla piattaforma e subito la terza stagione è schizzata in classifica confermando il successo per lo show coreano.

Per iscriversi alla newsletter The dreamers, dedicata al cinema e alle serie tv, clicca qui

Lo show è comunque il più visto in Italia, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Corea del sud. I dati ufficiali di quante ore di visualizzazioni ha raccolto nei primi giorni arriveranno solo questa sera, intanto si può certificare che se per i critici l’ultima stagione è approvata all’82%, gli utenti dell’aggregatore Rotten Tomatoes sono piuttosto delusi con solo il 50% sul Popcornmeter basato su mille recensioni di spettatori. Si è rotto qualcosa tra il pubblico e il creatore Hwang Dong-hyuk?

Squid game, il regista Hwang Dong-hyuk: “Ero pieno di debiti, così è nata la serie”

Certo è che il regista coreano voleva chiudere la saga e voleva chiuderla a modo suo. Pochi giorni fa ci aveva detto via Zoom: “All’inizio avevo pensato a un epilogo differente, ma mentre scrivevo la seconda e terza stagione ho deciso di modificarlo da quel momento non ho più avuto dubbi su quella che, per me, è la fine migliore”. Ora nel futuro del regista c’è un lungometraggio, ugualmente violento, Killing old men club e l’universo Squid game è messo in pausa, ma qualcosa ci dice che la storia non finisce qui.

Allerta spoiler per chi non ha terminato il sesto episodio

Come potrebbe proseguire? Il colpo di scena finale dell’ultimo episodio, che mostra Frontman a Los Angeles per incontrare la figlia di Gi-hun e portarle una scatola che contiene la tuta del padre e la carta di credito con quello che rimane della sua prima vincita sembra traghettare la saga direttamente negli Stati Uniti. Frontman sta tornando all’aeroporto quando in un vicolo vede qualcuno giocare a ddakji con un poveraccio, quando l’inquadratura si avvicina rivela che il reclutatore è una reclutatrice e ha il volto e il talento di Cate Blanchett. “Abbiamo pensato che avere una donna come Reclutatrice sarebbe stato più drammatico e intrigante – ha spiegato il regista – E per quanto riguarda Cate Blanchett, è semplicemente la migliore, con un carisma ineguagliabile. Chi non la ama? Siamo stati molto felici di averla. Avevamo bisogno di qualcuno che potesse dominare lo schermo con solo una o due parole, ed è esattamente quello che ha fatto”. Che Cate Blanchett sia il trait d’union tra la serie coreana e un remake o reboot americano non ci sono conferme, anzi lo stesso regista a Variety ha detto che “non ha nessun collegamento”, vero è però che l’ipotesi di uno Squid game Usa firmato David Fincher circola da tempo. Tanto che nell’autunno scorso lo stesso regista coreano aveva detto: “Non so se sia ufficiale ma apprezzo Fincher e nel caso sarò curioso di vedere la sua versione. Sono felice se altri vogliono espandere il mio universo che però rimane mio”.

“Squid game”, la guardia Park Gyu-young: “Uno spinoff? Se ci sarà, sarà ancora più violento”

L’altra ipotesi è che invece la saga si espanda in altre direzioni, sempre sudcoreane, ma con un punto di vista che si concentra meno sui giochi e i giocatori ma piuttosto sui “cattivi” della storia. Almeno è quello che si augura Lee Byung-hun che vede il finale della terza stagione come un nuovo inizio: “Siccome le prime tre stagioni si sono focalizzate sui giochi se ci fosse uno spinoff penso che i giochi non dovrebbero essere il cuore della storia piuttosto qualcosa di diverso. Sono sicuro che il nostro regista metterebbe qualcosa di nuovo sul piatto, un nuovo tipo di intrattenimento e magari il punto di vista della storia potrebbe essere più sul mio personaggio Frontman, sul capitano Park, sulla figura degli adescatori per raccontare l’altro lato del sistema. E magari il loro lato umano”. Anche Park Gyu-young, la guardia dalla tuta rosa, propende per uno spinoff: “Qualsiasi cosa vogliano fare dal mondo Squid game, una nuova serie, un film vorrei assolutamente partecipare. Quello che penso conoscendo il regista è che se realizzasse uno spinoff sarebbe ancora più duro, più terribile di quello che abbiamo visto finora”. Non rimane che aspettare.

Condividi questo contenuto: