Stefano Accorsi, “ecco perché ho gli addominali”: la risposta alla lettera di Enrico Galiano

È da tutta l’estate che si parla del fisico scultoreo di Stefano Accorsi, con tanto di dettagli sugli allenamenti col coach e amico Antonio Saccinto, le foto a petto nudo con esposizione di pettorali e addominali hanno fatto il giro del web tanto da suscitare nel professore scrittore Enrico Galiano, appena più giovane dell’attore, un misto di sentimenti e fargli scrivere una lettera su Instagram che inizia così: “Caro Stefano, potrei essere sintetico e dire solo una cosa: mortacci tua. Ma voglio dirtelo meglio”.

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Inizia così una lettera ironica di Galiano che spiega ad Accorsi come fin dall’inizio della sua carriera, e del famoso spot del gelato, lo scrittore si sia sempre identificato nei vari personaggi che l’attore portava al cinema, fossero questi l’Alex D, di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, Ivan Benassi di Radiofreccia, l’Andrea di Santamaradona e soprattutto il trentenne insicuro di L’ultimo bacio.

In tutti questi personaggi Galiano non ha avuto problemi a identificarsi proprio per il loro essere “l’eroe con le crepe, quello che sbagliava, inciampava, prendeva porte in faccia”. Mentre ora con quel “fisico bestiale”, Brad Pitt con l’accento emiliano e senza le ingombranti ex “ha voltato le spalle” a quelli con la pancetta da happy hour. La lettera di Galiano si conclude con un invito affettuoso: “Tieniti gli addominali ma regalaci qualche personaggio che fa casino e sbaglia tutto”.

Accorsi ha poi risposto allo scrittore in un commento: “Caro Enrico, non potrei essere più d’accordo. I personaggi senza macchia e senza paura non li ho mai trovati interessanti, anzi sono proprio le macchie e le paure il bello, ed è attraverso le crepe che possiamo vedere l’anima di qualcuno. Ma ahimé viviamo in un’epoca in cui l’immagine vince su tutto e vaga solitaria scissa dal suo copy al quale era legata. Come dicevo: personaggio che vai, corpo che trovi. E anche questo è il caso per il film che ho finito da poco. E non basta un po’ di stucco per chiudere crepe e faglie. Vedrai…”.

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