The Miracle Club, tre attrici da Oscar per un viaggio nello spazio e nel tempo. Guarda il film online su MYmovies
Un film di viaggio, nello spazio e nel tempo. Ad esempio, dall’Irlanda a Lourdes, vale a dire il pellegrinaggio a lungo sognato dalle due protagoniste, le anziane Eileen e Lily, e diventato realtà dopo la vittoria dell’ambito biglietto a un concorso pubblico.
Ma anche dall’America all’Irlanda, che è il tragitto della terza protagonista, la più giovane Chrissie, che torna in patria per partecipare al funerale della madre e un po’ a sorpresa si unisce alle due signore. Facendo ovviamente esplodere conflitti sopiti da tempo.
Siamo nel 1967 (ecco lo spostamento nel tempo), e pure nell’immobile e sonnolenta comunità rurale di Ballyfermot le cose stanno cambiando, spingendo le donne a richiedere più spazio e più libertà e gli uomini a concedere loro una parte delle rivendicazioni, a patto di mantenere inalterato il vecchio stato delle cose.
Del resto, anche altre cose stanno cambiando, e la cultura pop sempre più dominante ha finito per influenzare pure la religione, trasformando posti come Lourdes in una fiera per turisti.
Ciò che non cambia – ed è questo il senso di The Miracle Club, suggerito anche da una forma cinematografica che affronta modelli narrativi come il viaggio, per l’appunto, oppure il ritorno, l’assenza, la resa dei conti, la catarsi – è il peso del passato sulle vite delle persone, anche quando si cerca più o meno volontariamente di mettere migliaia di chilometri tra l’una e l’altra.
L’arrivo di Chrissie riapre infatti vecchie ferite che solo un altro spostamento, e un nuovo inizio, potranno in qualche modo sanare.
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Scritto da Jimmy Smallhorne, Timothy Prager e Joshua D. Maurer e diretto dall’esperto Thaddeus O’Sullivan, un tempo autore di un cinema d’assalto, sporco e realista (Niente di personale, 1995), oggi inevitabilmente rientrato nei ranghi, il film poggia completamente sulla prova delle due sue strepitose protagoniste: Eileen è Kathy Bates, bonaria ma durissima; Lily è Maggie Smith, in quella che rimarrà l’ultima prova di una delle più grandi attrici della storia del cinema inglese, austera e comprensiva; Chrissie è Laura Linney, ansiosa, fragile, eppure tenace nel rivendicare le proprie ragioni.
Dalle loro dinamiche nascono i conflitti del film, così come la loro cura, che ovviamente diventa il vero miracolo del titolo.
L’altro aspetto significativo di The Miracle Club, che riguarda l’emancipazione del ruolo della donna in una società conservatrice, con i mariti i lasciati a casa che scoprono quanto la loro serena esistenza dipenda dalle mogli, è forse una concessione al femminismo mediatico dei nostri tempi, ma crea comunque una possibile connessione con quello più politico e pieno di rivendicazione dei tardi anni Sessanta e poi del decennio successivo.
The Miracle Club è la summa di un cinema popolare nel senso più nobile del termine, così accondiscendente verso lo spettatore e così rispettoso verso le proprie interpreti da essere, nel bene e nel male, quasi inattaccabile.
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