Trump premia Gloria Gaynor, Kiss e l’amico Stallone: “Non gli è mai stato riconosciuto il talento”
New York – Gloria Gaynor, Kiss e Sylvester Stallone sarebbero potuti finire nella stessa frase solo in un romanzo postmoderno partorito da Thomas Pynchon o Chuck Palahniuk. Oppure nella mente di Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti, nella sua insolita veste di presidente conduttore, ha indicato dal palco i tre grandi nomi come “honorees” del premio del Kennedy Center, uno dei massimi riconoscimenti al mondo della cultura e dell’arte negli Stati Uniti. Trump lo ha fatto in una cerimonia a Washington, in cui si è vantato di aver “eliminato” dal Kennedy Center la cultura “woke”.
Ha premiato leggende di quando lui era più giovane: una straordinaria cantante afroamericana e una band hard rock-heavy metal i cui componenti si presentavano nelle vesti fluide di supereroi glam e con stivaloni da urlo. Non il tipo di persone che frequentano il resort di Mar-a-Lago. Stallone, invece, nominato a gennaio da Trump suo “ambasciatore” a Hollywood, ha rappresentato per generazioni quello che il wrestler Hulk Hogan è stato sul ring: il machismo americano che piace agli uomini e alle donne Maga.
Tra gli artisti che riceveranno il riconoscimento sono stati nominati anche l’attore britannico Michael Crawford, vincitore di Tony Award e star di Broadway, e il cantante country George Strait. Ma i primi tre nomi hanno oscurato tutto il resto. Della leggenda della disco music, Trump ha citato la canzone I will survive, uscita nel ’78. “È incredibile – ha detto – l’ho ascoltata come tutti voi migliaia di volte ed è una tra le poche che migliorano con il tempo”. Dei Kiss ha citato i quattro membri – Paul Stanley, Gene Simmons, Ace Frehley e Peter Criss – e ricordato come “hanno venduto più di cento milioni di dischi in tutto il mondo, hanno lavorato duro e continuano a lavorare duro”.
Su Stallone, il Rocky e Rambo più famoso della storia del cinema, il presidente si è dilungato: “È uno dei miei amici – ha detto – non gli è mai stato riconosciuto il talento. Nessuno ha potuto interpretare i ruoli come ha fatto lui, neanche gli si è avvicinato”. “Non dimenticherò mai – ha aggiunto – ero un ragazzo, andai a vedere una cosa chiamata Rambo, non sapevo niente ma dissi ‘questo film è fenomenale”. Il primo film della serie Rambo uscì nell’82 e il “ragazzo” Trump aveva 36 anni.
In passato il Kennedy Center dell’era “woke” aveva premiato giganti come Aretha Franklin, Bono, Meryl Streep, Rita Moreno, Tom Hanks, Paul McCartney e Robert De Niro. I riconoscimenti a Gaynor, Kiss e Stallone dovrebbero segnare il cambio di pagina, la rivoluzione culturale di Trump, che ha silurato tutto il board dell’istituzione, ritenuta troppo inclusiva e radicale. A giugno il presidente, che si è autonominato capo del Kennedy Center, aveva fatto il suo debutto partecipando alla prima dell’opera I miserabili. Al suo fianco, la first lady Melania Trump a cui i Repubblicani vogliono intitolare il centro, togliendo il nome Kennedy. Il presidente, durante la cerimonia, ha ricordato di essere stato un personaggio tv nel reality The Apprentice e di aver ricevuto il riconoscimento da star con la sua impronta lasciata nella Walk of Fame di Hollywood. Trump ha aggiunto che potrebbe anche autopremiarsi, dandosi un Kennedy. Lo ha detto in tono scherzoso, suscitando la risata della platea, che vedeva in prima fila il capo dello staff Susie Wiles e il senatore repubblicano Lindsey Graham, ma nessuno esclude che un giorno possa farlo davvero.
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