Venice4Palestine: “Un gesto di solidarietà alla premiazione e la bandiera palestinese”

Venezia – Nel giorno in cui passa in concorso il potente film The voice of Hind Rajab, il film che ricostruisce la storia vera della bimba palestinese uccisa sotto i colpi dell’esercito israeliano mentre una squadra di soccorritori tentava di andarla a prendere e che invece sono stati ugualmente uccisi, arriva un nuovo appello del collettivo Venice4Palestine alla Biennale.

La regista Ben Hania: “Nella voce di Hind uccisa a 6 anni c’è quella di Gaza ridotta al silenzio”

“Venice4Palestine chiede alla Biennale Cinema due gesti simbolici e concreti per concludere questa edizione della Mostra: esporre la bandiera della Palestina accanto a quelle sul Palazzo del Cinema – recita il comunicato – rendendo così omaggio anche ai film palestinesi presenti, e dare visibilità all’iniziativa della Global Sumud Flotilla durante la cerimonia di chiusura, attraverso testimonianze video dei partecipanti alla missione”.

Gli organizzatori hanno rivolto una richiesta anche agli artisti che saliranno sul palco della serata finale, invitati a portare con sé simboli e parole di sostegno alla Palestina. In realtà in questi giorni molti attori e registi si sono spesi con dichiarazioni e partecipazione alla manifestazione di sabato scorso come – tra gli altri – Claudio Santamaria, Benedetta Porcaroli, Jasmine Trinca, Emanuela Fanelli, Tecla Insolia, Michele Riondino e il fumettista e filmaker Zerocalcare. Che firma la locandina del corteo Pro Pal a Udine.

“Mentre la Global Sumud Flotilla è in viaggio verso Gaza e i portuali di Genova fanno sentire la loro voce, noi ci chiediamo: cosa vuole fare il cinema? Ma soprattutto: quale cinema può esistere in un mondo che normalizza il genocidio?”, conclude il collettivo.

Rispetto al gesto dei portuali di Genova è intervenuto oggi anche il regista del film Duse in concorso Pietro Marcello che ha detto: “Io sono critico per questo momento storico, sono libertario e sono per la disobbedienza civile. La cosa che mi affascina sono i camalli genovesi pronti a bloccare il porto di Genova, un gesto così rivoluzionario e politico l’ho solo letto sui libri. Un gesto di disobbedienza civile che mi riempie il cuore”.

Condividi questo contenuto: